Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967

Dieci Agosto, che ha portato al potere il loro partito. Ora non rimane che da accettare la situazione, ed ubbidire alle leggi politiche che la Con– venzione vorrà fare. Egli non capisce neppure l'uomo del popolo il qua– le dice che se i diritti feodali restano, se le terre non sono state rese al comuni, se in tutte le questioni fondiarie regna il provvisorio, se il po– polo ~opporta tutti i carichi della guerra, la Rivoluzione non è finita. Solo l'azione rivoluzionaria può finirla, visto l'immensa resistenza che oppone J'antico regime, tn ogni cosa alle misure definitive. Il Girondino non comprende nuÙa di nulla! Ammette una sola cate– goria di malcontenti: i cittadini che temono «perla loro ricchezza, o per i loro piaceri, o per la vita> (p. 127). Ogni altra categoria di malconten– ti non ha ragion d'essere. Pensando all'incertezza in cui la Legislativa aveva lasciato tutti t problemi del suolo, et si domanda come fosse pos– sibile pensare in tal modo, in che sorta di mondo fittizio, d'intrighi Poli– tici vivevano quelle persone? Non si potrebbero neppur comprendere, se non li riconoscessimo tra i nostri contemporanei. Ecco la conclusione di Brissot, d'accordo con tutti i Girondini: Un colpo di Stato è necessario, una terza rivoluzione che deve «ab– battere l'anarchia>. Dissolvere la Comune di Parigi e le sue sezioni, an– nientarle! Dissolvere i club che predicano il disordine e l'eguaglianza. Chiudere quello dei Giacobini, e mettere i suggelli sul suo carteggio. La • Rupe Tarpea>, vale a dire la ghigliottina, per il «triumvirato> (Robespierre, Danton e Marat) e per tutti i livellatori, tutti gli anarchici. Eleggere una nuova Convenzione, escludendone tutti i membri at– tuali, per avere cosl il trionfo della controrivoluzione. Un governo forte, - l'ordine ristabilito! Tale li programma dei Girondini, da quando la caduta del re li ha portati al potere, rendendo i dtsorgantzzatori inuttlt. Che cosa rimaneva da fare ai rivoluzionari, fuorchè accettare la lot– ta disperata? O la Rivoluzione doveva fermarsi di botto, com'era, incompleta, - e allora la contro-rivoluzione di termidoro sarebbe cominciata quindici mesi prima, già nella primavera del '93, quando i diritti feudali non e– rano ancora aboliti. o bisognava bandire i Girondini dalla Convenzione, nonostante i buoni servigi fatti alla Rivoluzione, mentre si combatteva la monarchia. Sarebbe stato impossibile di disconoscere quei servigi. - «Ah! senza dubbio 11, esclamava Robespierre nella famosa seduta del 10 aprile ,, essi avevano colpito la Corte, gli emigrati, i preti, e con mano violenta; ma in che tempo? - Quando avevano il votere da conquistare ... Avuto il pote– re nelle mani, il loro fervore s'era ben presto calmato. COME S'ERANO AFFRE'ITATI A CAMBIAR D'ODII! >. {KROPOTKINE, La Gnmde Rivoluzione, voi. 2, cap. XU, Ginevra. 1911) 499

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