Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967

ANTOLOGIA Gli "Anarchici,, nella Rivoluzione Francese M A. CHI son dunque questi anarchici di cui Brissot parla tanto e dei quali domanda lo sterminio con tale accanimento? Prima di tutto bisogna sapere che gli anarchici non sono un partito. Alla Convenzione vi sono i Girondini, la Montagna, la Pianura o meglio il Pantano (Marais), il Ventre, come si diceva allora; ma non vi sono (<anarchici)). Danton, Marat e anche Robespierre, o qualsiasi altro Gia– cobino, possono qualche volta camminar di pari passo con gli anarchici; ma questi sono fuori della Convenzione. Sono - è necessario dirlo - al disopra di essa: la dominano. Sono rivoluzionari sparsi per tutta la Francia. Si son dati alla Rivo– luzione corpo ed anima; ne capiscono le necessità, l'amano e combat– tono per lei. Molti di essi si raggruppano intorno alla Comune di Parigi, perché è ancora rivoluzionaria; un certo numero appartiene al club dei Cor– diglieri, alcuni altri frequentano il club dei Giacobini. Ma il loro vero posto è la sezione, e specialmente la strada. Alla Convenzione, si vedono nelle tribune di dove dirigono i dibattiti. Il loro mezzo d'azione è l'opi– nione del popolo, non « l'opinione pubblica> della borghesia. La loro vera arma è l'insurrezione. Con essa esercitano un'influenza sui depu– tati e il potere esecutivo. E quando è necessario uno sforzo, infiammare il popolo e marciare con lui contro le Tuileries - sono essi che preparano l'attacco e combat– tono nelle prime file. Il giorno in cui lo slancio del popolo sarà spossato, essi rientreranno nell'oscurità. Solamente i libelli, riboccanti di fiele, dei loro avversari, ci permetteranno di riconoscere l'immensa opera rivoluzionaria che compirono Le loro idee sono chiare, recise. La Repubblica? - Certo! - L'eguaglianza davanti alla legge? - D'accordo! - Ma non basta, anzi... Servirsi della libertà politica per ottenere la libertà economica, come lo raccomandano i borghesi? Sanno che ciò si può fare. così essi vogliono la cosa in sè stessa, LA TERRA PER TUTTI - quella che si chiamò allora la « legge agraria>. Vogliono l'eguaglianza economica, o per esprimersi col linguaggio di quel tempo, «- il livella– mento delle ricchezze >. Ma sentiamo che dice Brissot: 495

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