Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967

re per distruggerle. Oscure, poichè e– sprime questa presa di coscienza men– tre ali::: descrizione dei gruppi sociali, alla quale pretende d'altronde limitar– si, non necessita il conceuo di coscien– za. Alcuni sociologi (Gurvitch) credono necessario !ntrodurrc il concetto di co– scienza collettiva e ciò è assurdo. Non vi sono, per come vedremo in se– guito, che delle coscienzt: incarnate in un corpo, e ciò esclude che delle co– scienze possano essere collettive. Posso– no solo esistere delle strullure comuni a tutti gli individui di uno stesso grup– po. Queste strutture, come vedremo, sono incoscienti e danno il loro senso ai contenuti delle coscienze. Parlare di coscienza colleltiva è dunque confon– dere coscienza ed incoscienza. Anche la psicanalisi, in voga negli U.S.A. e nella Francia, pretende di so• stituir.,i alle scienze umane e all'antro– pologia. La psicanalisi, nata dalla clini· ca p~jçhiatrica, ha per oggetto un?. re– lazione particolare, quella del nevrotico e del candidato all'insegnamento della tecnica (o psicanalista). Questa rela– zione e puramentt: verbale. Le scoperte di Freud sono ~Late concetLualizzate con le nozioni delle scienze del suo tempo. l dissidenti Adler e Jung, i cui• luralisli hanno studiato del materiale identico' o simile: schizofrenie (Jung) bambini caratteriali (Adler). Questo campionario di popolazione è, per lo meno, abbastanza contestabile e poco rappresentativo. Freud non ;1veva alcun diritto di e· stendere le sue scoperte del nevrotico all'individuo sano, nè della situazione particolMe del dialogo analitico a di– verse situazioni (per questo gli sareb· be occorso un mctodc. successivamente scoperto: l'analisi strutturale). Più g:ra· ve, gli psicanalisti rif"iutano di tener conto delle scope1·te della psicologia sperimentale e dei metodi contempora– nei di analisi dei fenomeni umani. Ciò '-ignifica chiMament~ che la psicanalisi non è una :.cienza ma una forma di re– ligione moderna. (I) L'atteggiamento degli studiosi, su questo piano, è iden· tico a quello dei marxisti, giacchè tut– ta l'e.,;perienzo. metodologica viene da essi intesa soltanto come un progresso nell'esegesi della parola del maestro. E' d'altronde signil'ica!ivo che si parli di psicanalisi ortodo~sa e di revisionismo neofreudiano. Alla fine, l'ultima offensiva contro l'antropologia viene dal filosofo Michel Foucaull Per lui, il eone-etto di uomo deve scomp,1rire dalla cultura occiclcn– tale per far posto allo studio del discor– so. ciò che lo conduce a delle conclusio– ni deliranti ciel genere: «Chi parla? So– no le parole». Sembra che Foucault ab– bia dimenticato la distinzione saussu· riana delìa !ingu:i e delb parola. Se è vero che la lingua ha significato solo per il sistema che presiede all'adatta– mento dei fonemi in parole e delle pa– role in frasi. è alt resi vero che vi sono dei discorsi solo per un soggello par– lante e che il discorso non ha signifi– cato se non per il soggetto che parla e quello, o quelli, che l'ascoltano. Un discorso in cinese non ha significato per chi non parla il cinese. Come le al· tre scienze umane, la linguistica, con· Trariamente alle .'.lffermazioni di Fou• ci'\ult, rimanda all'individuo e rende ur– gente la costilm~ione di una antropolo– gia. Al livello dell'individuo, si corre il ri– schio di confondere la psicologia con l'antropologia. La psicologia scientifica ha per oggclto le relazioni del soggetto 477

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