Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967

dotto polemico della società che asfo,. sia, pagando in assurdi digiuni e in i– pocrite rinunce, la gioia della potenza di pochi. Esso non è una soluzione, ma uno stimolo a dare alla natura ciò che è della natura e alla civiltà ciò che è della civiltà: a quella tuna la li– bertà affettiva ed erotica; a questa il solo controllo, mutuo sindacatQ nella difesa di quella libertà e niente di pili. Come prodotto cli questa società, il fe. nomeno beat presenta neccs,;ariamcntc Celle pieghe negative: sono le occasio• ni di cui si servono i caloni. di questa giungla d'ipocrili per denigrare le r.::– ciule di quello. Quei difetti, infatti. sono il tasso d'Interesse che il beat pa– ga all'ambiente malsano da cui è sta\o partorito. Anzitutto, come reazione spontanea, il fallo beat non ha autonomia mQrnle e si risolve in ribellismo inconscio (donde il rifiuto frequente della quali– fica di •rivoluzionario,), cioè in « anarcoidismo morale,. Questa circo– stanza viene sfruttata dagli idioti per bene per fare un'omelia sulla validità cli questa società. Come si sa, i beat– ntks sostengono, contro la falsa socie– tà de) benessere (che sacrifo:a i pili ai meno) che la felicilà, qudla vera, può essere fatta di assai poco. Posti, spesso acrillcamente, contro l'ambiente di cui sono figli, i giovani bc.:1t non sfuggono 1alvolta nlla tenta– zione dei vizi tradizionali, primo fra tutti quello della violenza, l'he esplode soprattullo nelle circostanze determi– nate dallo spirito di concorrenza e del– la gelosia, specie, s'intende, in amore. lnoltre, come fenomeno tli massa, il movimento beat è esposto a tutti i possibili rischi della massa stessa, da]. la speculazione commerciale (vedi beatlcs e derivati) all'infiltrazione di 474 delinquenti intenzionali, al :eppismo, ~d culto della moda, alla mutua suggestio. ne che induce alla pura imitazione e– steriore e quindi allo snobismo sciocco di chi, all'estro ..:ertamente intelligen– te, anche se non sempre altrettanto consapevole, del beat autentico, sosti– tuisce la sola e velleità di essere qual– cuno ,, finendo per e stagnare ,. in una massa ancora più acefala di quella da cui ritiene di distinguersi. onostante tutto ciò, il fcnom~no beat, versione moderna, e certamente transitoria, della follia della gioventù, che rivendica i propri naturali inalie– nabili diritti, rimane un faqo positivo, se non in quanto risolva il problema della libertà - ed t' come Cire quello della storia tulla - almeno in quanto ne suggerisca le soluzioni. Coloro che hanno le redini della vita politica del mondo, in genere, si OC· cupano di tale fenomeno solo come di fatti di cronaca più o meno a colori, su cui intervenire con forze di polizia e con sciocche misure moralizzatrici (vedi l'attuale governo di forza della Grecia) - anche se in privato si clàn– no essi stessi alla dolce vita beat! l'ur– troppQ, anche i « grandi , della cultura non sempre se ne occupano con la do– vuta attenzione e col dovuto rispetto al vero significato dei fatti. Tu11avia, i problemi essenziali da risolvere per una pacifica convivenza civile non sono tanto quelli che ci vengono prospettati da una vittoria (di chi?) nel Vietnam o nel golfo di Akaba, ma quegli altri additati, anche se spesso inconsciamen– te, dalla scapigliatura degli adolescenti contro il farsesco protocollo degli e in. cravattati ,. Quelli ci ridono in faccia e ci $!ridano: « tanto varrebbe tornare alla giungla vera! ... Ed hanno raj.?ionc. C. R. VIOLA

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