Volontà - anno XX - n.6 - giugno 1967

1 - La regressione verso l'Inconscio: J>oic.hèstudiamo l'opera o, meglio, dei frammenti dell'opera d'uno psicana– li:-,ta, non c'è da meravigliarsi se V{'– diamo comparire la nozione d'incon– scio, nozione assai vasta che, purtrop– po, non possiamo sviluppare in questa sede (1 ). Comunque, per comprendere qurl.nto andrò a scrivere, non. è neces– sario avere una conoscenza approfondi– ta di detta nozione. Oso credere che la diffusione, in mezzo al grosso pubblico, cli questa teoria - confermata d~i fat– ti - della moderna psicologia, sia ba, stata a darne una sufficiente cono– scenza. Si comprenclc1·à agevolmente che «re– gressione verso l'inconscio» 5ignifica che l'individuo, soggetto a questo pro– cesso, abbandona, in qualch!.: modo, le sue rcspommbilità coscienti, lasciando decidere circa i suoi atii ed il suo o– rienta~ento all'incoscio. Questo fatto è così spiegabile: le facoltà psichiche dell'uomo non sono siate si.!mpre le stesse dopo che esso è apparso sulla terra. All'inizio della sua stoi-ia, esso possedeva soltanto ciò che Jung chia– ma « l'inconscio collettivo», cioè una forma di ., pensiero» comune a tutti gli uomini di allora. Fu successivamen– te che lo psicismo umano si è « diffe· rcnziato », cioè che sono comparsi ot– teggiamenti psicologici variabili da un individuo all'altro. E il grande merito che spella a Jung è l'aver rlimostrato che l'inconscio collettivo non è, ciò non ostante, scomparso (2). Ciò signifìca che nel più profondo di noi stessi dorme questo inconscio col– lettivo, questo modo primitivo di « pen– siero». E capita che esso può risve– gliarsi in tempi critici in mezzo ad un popolo che si trova in grandi d!ll1coltà (politiche, sociali, economiche od al- tre). Questo fatto spiega lo scatenarsi della barbarie nazista nel corso della seconda guerra mondiale. li popolo te· desco, in una situazione economica di– sastrosa, ha visto risvegliare in esso ciò che si credeva addormentato per sem– pre: i caratteri psicologici dell'incon– ~cio collettivo del popolo tedesco, che è popolato di personaggi e di motivi particolarmente distruttoi-i (come il mi– to dei Niebelungen) e ciò spiega come la riapparizione nel cosciente abbia pro vocato un'incompi1rabile tragedia (2). Ritengo che la digressione di cui so– pra sia stata necessa.-ia per compren– dere che, contro ogni aspettativa, la r2gione non è un fapo interamente acquisito, che essa è una lotta quoti– diana contro quella parte oscura è.i noi stessi e che l'uomo ha la tendenza ad abbandonare questa lotta, a « rica– dere nell'inconscio». Cito, a proposito un pensiero di Shaw (3): « Non esito a credere che numerosi individui si sentono relativamente meglio in uno stato di coercizione anzichè in uno sta– !O di 1·csponsabilità personale». Forse vi domanderete: quale nesso esiste con l'argomento che ci occupa? E' molto semplice: l'uomo che scivola verso l'inconscio abbandona le proprie responsabilità agli altri. Ecco quanto scrive Jung: « Quando si è sulla via dell'inconscio, si crede che il compito di decidere può essere in tutta tran– quillità abbandonato agli altri e, in– somma, allo Stato anonimo. Ma chi so– no poi questi altri? Dovrebb!.:rO ovvia- (l) Il lettore, in1ercssato a questo argomento. potrà attingere al libro di Jung: • Psycologlc de l'lnconscicnt •, Gcnè\"c. La edizione è esaurita. ma è possibìk la consultazione di essa nelle biblioteche pubbliche. (2) Ctr. Jung: • Asµcct~ du drnmc contcm• poraln •• Genèvc. (J) B. Shaw: « Man and Superman "· 327

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