Volontà - anno XX - n.4 - aprile 1967

presa di posizione, obbiezioni che, a mio parere, sono date più che altro da una visione superficiale delle cose. Si farà notare che non tutti gli uomini sentoiio entro di loro l'afflato del dovere in senso morale. Non é vero questo, giac– ché non va confusa una carenza educativa con una disposizione psicologica che si riterrebbe esi– stente in sé per sè. Chi fa simili contestazioni, generalmente non diciamo sempre, poiché le ec– cezioni sono presenti in ogni cir– costanza - non vede o, per lo più, finge cli non vedere, per propria comodità teorica o per proprio e– goismo pratico, che la suggestione determinante il cattivo ambiente dovrebbe essere sostituita da un insegnamento di tipo socratico e platonico. In altre parole, occorre fare ri– trovare al discente il tesoro rac– chiuso nella sua coscienza, poichè è assolutamente inammissibile che l'uomo da osteria abbia una co– scienza qualitativamente diversa eta colui che, maggiormente favo– rito da mezzi esterni, si trovi col– locato, sovente non per suo merito in una condizione più vantaggiosa e più fortunata. Il compito dell'anarchico (va pertanto tenuto presente che l'e– sistenza dell'anarchico è in rap– porto diretto con l'esistenza di un ambiente in cui predomina l'egoi– smo e la corruzione) risulta dun– que evidente: promuovere l'educa– zione in modo da far sì che l'uo– mo acquisti conoscenza cli se stes– so. Ad un certo punto, nel saggio di 228 Viola e precisamente a pagina 62, vediamo espressa una grande ve– rità: l'uomo diventa anarchico tra gli uomini, proprio perché vuole di– ventare ed essere un « Uomo ~, che e, in ultima istanza, tl supera– mento della stessa anarchia. Per l'anarchismo non dovrebbero es– serci mez7,i violenti per far scom– parire la violenza. Praticamente per lui, sentendo la voce interiore come dovere, non potrebbero es– serci guerre ingiuste o giuste, per il semplice motivo che nella vita fenomenica, nell'al dl fuori dell'in– dividuo che sente e ragiona, tirare delle linee nette cli demarcazione fra il giusto e l'ingiusto non è cer– tamente cosa delle più facili. E perché questo? - si chiederà. Per– chè la giustizia e 11suo contrario non fanno sostanzialmente parte della vita empirica. In questa. se ben si riguardi, predomina sempre la parte inferiore dell'c io>. Ecco perchè l'anarchista non può dare il suo avallo al e socialismo > co– m 'è generalmente inteso, poichè - stiamo qui bene attenti - la col– lettività non potrebbe avere il suo punto di partenza che In un'auto– rità esterna all'individuo pensan– te: quell'autorità che pesa sull'u– manità solo per la prepotenza di alcuni. La voluttà d'oppressione fa ai cozzi con la e bona voluntas > an– che in senso cristiano (non dimen– tichiamo che Cristo, malgrado tan– te dicerie in con trarlo, fu a suo modo un anarchico), e non solo questo, ma essa è stata causa dl un'errata interpretazione dello Uebermensch nietzschiano. Effet-

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