Volontà - anno XX - n.4 - aprile 1967

L'Anarchismo naturale C.R. Viola proclama act alta voce che vera libertà e anar– chia sono termini che si potreb– bero definire, a giusto titolo, sino– nimi, ed espone a tale proposito delle ragioni che l'uomo di tutti i tempi, astrazione fatta dalle sue tendenze, non potrebbe non tare sue in ossequio alla sua umanità. Con vero piacere e soddisfazio– ne spirituale ho letto il suo sag– gio: « Perchè non puoi non essere anarchico, (edito nella Collana « La rivolta• - Ragusa) e franca– mente mi sono sentito attratto a tessere un meritato eloglo del suo contenuto, anche per quella chia– rezza 'ct 'espressione che. purtroppo, va diminuendo quasi in progres– sione geometrica nelle tesi svisce– rate dai nostri universitari d'oggi– di. Ne sappiamo ben qualche cosa di preciso! Il Viola inizia il suo discorso col far notare che anche noi, che denunciamo la schiavitù dello ambiente, siamo schiavi tuttavia di questo, gtacchè l'ambiente è un peso per liberarsi dal qua– le occorrerebbe un immane sfor– zo di volontà, mentre siamo quasi tutti propensi a raccogliere senza la fatica del seminare. In– fatti, qual'è l'ostacolo più formi– dabile, contro il quale si arresta il nostro conato se non le sugge– sticni esercitate su di noi dalla maggioranza dei nostri simili? Non va quindi dimenticato che l'indivi– duo umano deve sempre preporsi al partito politico, che degenera facilmente in fazione, se a lui ri– pugna d'essere un e pantin >, ce– dente ai fili d'un burattinaio, che lo fa muovere a destra o a sini– stra, oppure crede di tenerlo nel centro. Ecco che questo sovrap– porsi potrebbe essere denominato il tratto essenziale dell'anarchico, la cui arché non dev'essere fuori ma dentro di lul. Parole simili sono quanto mai opportune particolarmente al gior– no d'oggi. Basta dare una sempli– ce occhiata all'orizzonte etico e politico per rendercene persuasi. E' stato più volte detto che l'anar– chismo non è estraneo ai fini mo– rali della filosofi.a kantiana; infat– ti che cosa predica il filosofo di KOnigsberg se non l'autonomia della personalità, ch'è quanto dire l'elevazione dell'individuo biologi– co (non confondiamo quest'ultimo con l'individualità in senso cosmi– co e spirituale), a persona umana, che risponde ad un dovere che es– sa si pone interiormente, poiché in primo luogo il e dovere> è di ob– bedire a se stesso? A pagina 12 il Viola dà un'ampia conferma a tut– to questo, allorché dice giusta– mente che e sebbene ogni fatto abbia un valore e un significato umani, pur tuttavia in ogni cosa havvi dei valori permanenti e va– lidi per tutti coloro che prescindo– no dalla valutazione soggettiva e dalla convenienza conttngente re– lativa ai singoli individui , . Non é difficile prevedere le ob– biezioni dei molti alla suddetta 227

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