Volontà - anno XX - n.3 - marzo 1967

questa la punta rivoluzionaria in Italia ci sarebbe poco da sperare. Per fortuna non è che l'ultima propaggine di un caporatismo polttico cne n.a fatto bancarotta fraudolenta. In Italia c'è un proletariato che sta tra– sformando in rabbia le delusioni subite e c'è uno spirito di ribellione d.i– iagante nei giovani. Questa rabbia ancora muta e questo sptrito di ribel– lione sono il deposito infiammabile della società italiana che desta pro– fonde preoccupazioni nei dirigenti polttici. L'episodio di Am.sterdam, dove un gruppo di .- provos > ha trasformato in sommossa uno sciopero di edili non è passato inosservato. Il fenom.eno della gioventiL ribelle non è soltanto deplorato e repres– so; in m,olte zone illuminate si cerca di catturarlo e collocarlo nel mo– saico della società industriale. In fondo, si dice, cosa vogliono questi giovani? PiiL libertà, più igiene, meno violenza, meno ipocrisia nella so– cietà e nel mondo, tutte cose che possono essere accolte e in parte ,ealizzate tn questa società nel suo rapido evolverst. Non c'è niente di rivoluzionario in quello che chiedono. Perchè dunque tanto scandalo? Se sono rivoluzionari oppure no, btsogna però lasciarlo dire alla po– lizia che di queste cose se ne intende e sa conoscere per ìStinto chi è e chi non è nemico dell'ordine costituito. Ebbene, quando la polizia vede un• gruppo di « provos », vede rosso perchè sa benisstmo che non conta quello che si chiede ma il modo col quale si chiede, non quello che si propone ma i mezzi che si adoperano per realizzare le proposte. La stes– sa cosa vale per le vertenze sindacali: non c'è niente di rivoluzionario nellC1 richiesta di un aumento di paga, ma può diventare una rtchìesta rivolv::ionaria per il modo con cui si chiede e questo lo sanno benìSsimo cn~he i stndacalìSti funzionari e i governanti. Se si chiedessero rimedi alla congestione del traffico o allo smog in– dustriale con petizioni ai prefetti e ai vescovi, in fondo sarebbe buona ,..rea11aa,ma che se ne faccia argomento di tumulti e sberlelli all'ordtne pubblico. la cosa cambia aspetto. Che si firmino appelli di pace rivolti al 7r1Jn o ai capi di Stato, sarebbe nelle buone regole sociali, ma che si -"~a oli nelle piazze la parola «pace» conie una scudisciata sulla faccia di 1ma borghesia indifferente alle tragedie che il profUto crea nel mondo. la cosa diventa stonata e dev'essere severamente vietata dai tutori aeuo ordine. E' fin troppo evidente conte dietro a tali richieste ci sta il rifiuto f11oba1edi un tipo di società. di tutto un modo di vivere e di pensare. :Si r{lccolgono le rivendicazioni piiL sentite, per scagliarle come pietre sul viso di questa società repressiva e corrotta. La seconda rivoluzione cinese e la ribellione dei giovani sono due fatti che rifiutano la menzogna sociale nella versione democratica e nella versione socialista. La rifiutano con la forza dei fatti maturati netta esperienza. Non è la condanna di gruppi anarchici ideologicamente fuo– r11sctti dalla realtà padronale e statale, è una condanna che si produce all'interno stesso di questa realtà e ne spezza il circolo chiuso. E' la sto- ria che va verso l'anarchia. ALBERTO MORONI )31

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