Volontà - anno XX - n.2 - febbraio 1967

fine definitiva una frattura psi– cologica, iniziatasi con l'occupa– zione romana, che si concretizza in un profondo dissidio tra due mondi sempre più ostili: quello contadino e l'altro, preponderante, dei pastori trincerati nelle Barb.1- gie. Per evitare nella misura del possibile l'urto, si redige, sotto i Giudicati, quel codice penale no– to, per secoli, con il nome di «Car– ta de Logu> e si creano, durante i! periodo spagnolo, le compagnie di sorveglianza dette e barraccellarb. d) Tutto il XVIII secolo è In– fluenzato da discordie politiche susseguenti ai frequenti cambia– mentl di sovranità dell'Isola, al– l'ombra dei quali prosperano ine– vitabilmente gli odi locali e le ven– dette private: il banditismo collet– tivo si sgretola. e) Nel 1820, la « Legge sulle Chiudende>, dando il via alla di– struzione legale delle strutture a– grarie comunitarie sarde a bene– ficio della proprietà privata, non poteva che aumentare il conflit– to pastori - contadini e di riflesso l'individualismo nella sua forma meno positiva. Tutta una serie di disposizioni di legge successive (a– bolizione dei feudi, liquidazione dei beni ecclesiastici e soprattut– to dei beni demaniali} sconvolge infatti l'equilibrio agro-pastorn1e che si era malgrado tutto instau– rato attraverso i secoli, nell'inte– resse escJusivo della nascente bor– ghesia agraria, troppo spesso usur– patrice di terre e pascoli. II ban– ditismo sardo diventa cosi sempre più economico, cioè frutto della miseria e risposta alla chiusura ar- bitraria dei pascoli comuni. ~uesti fatti storici sono alla ba– ::;e delle diverse cau::;e attuali del banditismo sardo. Cause demogra– fiche, sociali, economiche e psico– logiche. Cause demografiche « Chi ha percorso le campagne sarde è staw certamente colpito dal contrasto profondo esistente tra la rarità dei centri abitati at– tuali (neppure 350) ed li numero considerevole (oltre 8.000) di que– gli edifici chiamati e nuraghi>, e– levati tremila anni fà dalle popo– lazioni preromane disseminate in tutta l'Isola e più o meno ben con– servati> ~ scrive il Le Lannou. Ed aggiunge: e I nuraghi sono ve– ramente, nelle solitudini incolte delle campagne sarde, il segno più forte ed il più impressionante del– la presenza umana > (l). Una presenza umana purtr Ji)po preistorica poiché, come si è vist.J. già con le prime invasioni puni– che le popolazioni protosarde in– cominciano ad internarsi ed a raggrupparsi nei cosldetti villaggi nuragi (una cinquantina). abban– donando alle sterpaglie i singoli nuraghi. Scacciati dalla pianura, i sardi si rifugiano sulle colline prJmc. e sulle montagne dell'interno poi, per cui attualmente, mentre l'alti– tudine media della Sardegna è dì 302 metri sul livello del mare, quella dei villaggi è molto più e– levata (65 comuni hanno una al– titudine superiore ai mllle metri: (I) Le Lannou. pag. 86. 81

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