Volontà - anno XIX- n.11 - novembre 1966

acquisire ed utilizzare se11zc.perdere la 11ozia11edi libertà. Come in t11lli i tempi, che non si venda la 11ostra libertà per un viatto di lenticchie.I Ne \la anche del nostro comportamento di consimiatori, del 110stro rifiuto di lasciarcelo imporre dai « big-bos– s • e da altri .vse11docomw1is1i, della nostra volontà di restare noi stessi in tutte te circostanze. Tra i profitti di wza produzione e l'uso di essi c'è una scelta da fare. I « pru\los » precisano che il vro\lotariato è coscien/e dell'a,:;çervime1110 del con– sumatore e demmcitwo la società autorirnria che decide, fasciando agli individui solo il diritto di « tirar la cinghia e di chiudere il becco »l « Queste autorità ci preparano la guerra. Armi atomiche, batteriologiche, chimic:1e vengono prodotk ovunque ... Le au. torità decidono della Nostra Vita e della Nostra Morte ... Il Provotarbto teme la guer– ra atomica delle autorità». Così essi decfrlu,10 di opporsi a q11est.Jautorità e noi sia– mo d'accordo 3tt questo p111110 di vista. "La polizia colpi.,;ce a carnccio quando noi manif~stiamo contro fa liomba atomica, q11ando i blousons noir<.. entr~mo in iscena ti loro modo (iu una protesta incosciente ~antro questa società). lA polizia sca,.ica su di noi i 3ll0i sentimenti ostili e ventli~ ,~fl!ivi ». Viene co5ì rifermato 11/aito che la polizia si :,catena coni ro 1/ « pn. votariata » il quale si ribella contro la gerarchia ostile (e come!) all'anarchia. Il «provo» dice: « L'istinto anarchico del pl""O\'Otariato internazionale ispira di !lnovo l'anarchbmo "· Questo movimento « Provos" è nato dal « provot,lriato » e ciò, che è vero pur i Paesi Bassi, è auspicabile che avvenga per fllll0 il « provolariato "· Proseguendo 11e!la lett11ra dello seri/lo « Cite r.:os'è il provutariato? », ti/evo che al nuovo interrogativo: « Che cosa vuole l'a11archismoJ », viene data ia sl·g11ente rispo– sta: « Collcttiviaazione - decentramento (sopprcs3ilme dt>llo Staw) - smilitariz• n1ione ( di,>arnw) »; e, più oltre, vieue precisato: « Una nuo,·a societ~•. una feder:.l– zione di comuni autonomi, in cui b pro11rJe1à privi.li• sarà abolila cd in cui ciascuno ,;ar.'.l responsabilè dell'esisten,i:a econo:11ica l! sociak. Nell'epoca ddla futuro. ciberneti– ca, le macchi11e dettroniche compiranno il lavoro amministrativo (eterno pretesto dell'esistenza dei nost1·i politicanti). In una tale soeiet;\ 11:!'cnica,decentrata in piccole comunità, sarà realmente possibile la democrazia"· /11/ine, di fronte al/'a11archis1110che v11ole la rivoluzione, i « vrovos » da11110una risposta che puè, apvarire equivoca, giacchè 11011 è decisa e ciò percllè la concezione anarchica della vita 11011 è ancora s11/ficientemc11fe rinsaldala in essi. D'altra parte, il provo « dispera per l'avvenire del/la Rivolllzio11e e ddl'Anarchia », ma « turtavia poggia il suo coraggio sull'anarchismo: l'anarchismo per lui è la sola concezione sociale ammissibile. E' la sua arma ideu!ogica contr~ le forze autoritarie elle ci oppr11110no ». Certamente il " Provotariato » 110n s'illude sul!a s11a forza dal utilizzare in vi.sta della Ri1•0Juzionc, ma intende affermare elle !a " provocazione» è. là, tiisponibilc per servire i suoi obiettivi: « La provocazione con i suoi piccoli colpi di spilli è chvcntata la nostr<1 sola arma, imposta dalla for1.a delle cose. E' la nostr:t ultima probabilità di colpire IL' autorità nei punti sensibili e vitali. Con le nostre pro– vocazioni, dobbiamo costdngcrc le autorità a smascherarsi». Vengono demmciMi 1111ifor111istivaloni, chepì, 3ciabole, sfollagente, autopompe, cani pofizwtt,, gas lacrimogeni. li « provotaria/0 » vruvoca così. l'uso di questi mezzi l.'.'1parte defle a111oritàche i11fierira11nopiene di collera e brutali creando, consegue111- te111ente 1m clmm cl1e !è condan11erà, le reml.Jrà 1111popolarie ciò - il «provo» lo 613

RkJQdWJsaXNoZXIy