Volontà - anno XIX- n.11 - novembre 1966

carittì 1mbblicc1 orgmiiv.ata. In lnghilter• ra per lo meno, dove manca prude,iza e ,,rote:.ione da parte dei genitori, inter• viene lo Stato, ed intervengono soprat– tutto, versane sessualmente insoddisfatte, ddiblTtllamente caste o frustrate nei loro istinti gc11itoriali, giacchè il personale dei servizi sociali non è particolarmente ben p(lgato <' 11011 a/trae di solito chi pone il iodim,,u1<> a fì11e della propria vila. A proposito d'intervetllo statale, è quel– lo che Gionata ha in mente quando dice che è «f)tmibile» il tizio che coart .. la li· bertà della tizia? Punibile da chi? Da un sistema p1miti1•0 organiu.1110, da uno di faida, o col linciaggio espressione d; ,ma più o meno svontanea indignazione por,o– lare? Presumibilmente poi, poichè Giona– ta ci vuol ,lare 1111a letio11e di logica, è p1miblle eh; è colpevole, e dove c'è colpa, sè v'è coscienza, v'è pure co/pevolcu.a, il cui contrario si chiama innocenza. Giona– ta nega che ci sia colpevolezza e inno-– ce11:.a11c;riguardi del sesso pcrchè, m'im• magi110, s'è arditamente liberato dalla «paura del peccato i11c11lcatocidai nostri genitori nella prima infanzia insieme all'e– si3tem,a di IJio, all'angelo custode e al• 1'i11ferno e all'obbedienz.a delle leggi che lo stato difenclc ». Ma si rende conto chei ci Si p11ò arditamente liberare da tutlo 411e3/o 11011solo 11ei riguardi del sesso, ma p11re nei riguardi della vita allr11i? O ch4! 110nIn !etlo Niet:.scl,e e Dostovieski, che 11011 lrn mai incontrato nella sua vita chi cott w1 assassi110, perpetrato o coman– dato, è \allato al di là del bene e del male? Ilo scri1to 1111 libro, .. \-lan, Wouum, and Deatlt», 110111mhhlicato, itz cui 11110 dei temi principali è elle la noz.ioue di pec– cato originale, cristalliu.ando!i'i sull'atto rnn11alc, ha servito a nascondere la gra• vità dell'atlo assassino, al quale devono più o meno direttamente la loro esisten– za q1iante nazioni, tribù o famiglie- sussi· stono oggi. Non io q11i11dimi porrò ad equiparare libertà sessuale e libertà o– micida. /-lo pure scritlo e 11011 pubblicato 1111 altro libro, «A11archy Limited», dove insisto che da w, v1111todi vista sociale a11archico ciò elle co11fa è solo l'etica, vale a dire quello che 11110 fa, men.ire la morale di ciascuno, \'aie a dire il verc/Jè ci<nc1mo sceglie di agire come agisce, non è affare di nessuno. Non io quindi 11eglte– rò la possibilità e l'accettabilità in cui la ge,11d agisca eticamente, cioè rispettando la hbenà altrui nell'assenza vit'1 comple– ta cli <-mu:e:;io11i morc•li e religiose. Ma la vita etica, quale la conosciamo, è: il ri• su/rato, non solo di se11time11ti uaturali, bensì vure di rappurli di debolezz.a e di forza, e soprat111to di convi1nioni morali cl.e u!la loro volta .,; appo1,:giano su con– cezioni metafisiche o religiose. Vi si ap– pog~iano percllè 11011 c'è morale senza no-– z.io11edi colpa, e se la morale lta da esse– re libera dal capriccio dell'opinione so-– eia/e e dalla paura d.:i po1.:ri organizzati, p11òsolo reggersi s11 tma fede, per q11a11• 10 \iaga, in Dio, of)lmre trovare nell'an– goscia metafisica il suo sostentamen/(1) Ci sono sentime111i n<1111ra/i di pietà, di solidtirietà, persi110 di abnegcn.iatie ci di S{lCrificio, ma ce 11c s0110 f)llre altri di aggressività, di rapacità e di dominio. Ri• mane la forza orga11i<,.:.ata della società w, apparato v,mitivo che si chiama Sta– to, e 11011 nego elle si po.Ha arrivare a u– na società in cui tutti .rnra11110 buoni e ri5pettosi della libertà altrui percl1è vi sa~ ranno costretti e percliè, se non saranno buoni e rispet/o.,;i, .saramw puniti infalli– bilme11te. Ma è questo l'ideale miarcl1ico? GIOVAI\ \Il IJ,,LDELLJ f,61

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