Volontà - anno XIX- n.10 - ottobre 1966

Lascuola dell'obbligo è undelitto diStato E COSI' FINALMENTE, l'atteso collaudo della riforma dc-lla « Scuola del– l'obbligo,, dopo il primo triennio cli « effettiv.:-. prova», mosLra brmai, senza pili i relorici orpelli e i viscidi lenocini dei « romani g<nzctticri del compromes– so" la stia vera faccia ed offre anche i suoi primi frutti: F.1ccia dclus:t e mor– tifìcata di vecchia già tradita e mortificata signora, c0strc1ta, ancora una volta, a dispensare insidiosi frutti, come le rosse b<,cche del sempreverde tasso (al– bero del sonno e della morte secondo la vecchia medioevale leggenda)! 11 bilancio, com'era d'aspettarselo, è nettamente fallimentare con l'ag– gravante, per giunta, dell'accusa, da parte della stampa « laica e òialogizzante -,,, di b::mcarotta fnmdolenta. E, com'era anche d'aspettarselo, rei di tanto «dolo~ altri non poteva es• .<:erese non i presidi cd i professori che in tre anni di « rodaggio 1> non seppero :iggiornar~ la loro inpreparazionc materiai<: e morale, salvo che poche e « Io. dcvolissimc » eccezioni (Di grazia, signori, fuori i nomi degli « ispirati vir· ll!O.<.i »!), i quali -- si disse - se due anni fa m-evano aflossato la riforma perchè nella scuola dell'obbligo qualcosa non andava, ora sembra che vada peggio– r:>.ndo lPaese Sera» - pag. 5 - 26/6/1966). E se questa è la voce dei « dialogizzanti », chiara e sincera come tutte le co~e romane specchiantisi nelle « biondr; » acque del « romulio » Tevere, non ~ proprio il caso, almeno per ora, di occuparcene percbè i motivi sono troppi e troppo ovvi i! Ma non sembri neppure ad zdcuno se, prima di trattare a fondo la materia, ~i è costretti a fare un.1 lungn ma necessaria disgressione da valere come introduzicme a ciò che sarà tant·> necessario puntuali1.zare. Certe premesse non ammettono sotlinlesi e pertanto qui è <l'obbligo, al• mi:no per ora, un diwrso discorso, un discorSt) da rivolgere direttamente per prima cosa al lettore per ricordargli le virtù d::i grandi giocolieri o trappolieri eh~, in nome del « popolo sovrano», lcgiferallù seguendo il gioco dei bussolotti o a rimpiattino, a seconda della stretta corffenienza eleuorale delle fazioni po– litiche confederate in ben sensibilizzate distinzioni cromatiche di partito. 1Ldiscorso forse, sarà lung0 se già, per necessi:rt, lunga (anche troppo!), sarà l'introduzione: Questa. Ma saremo persistenti come la classica goccia d'acqua col granito. E tan– to per incominciar.!- diciamo subito che, se è vero, com'è vero, che il sillogi• smo è conseguenza delle premesse, mai prim<: d'ora e come ora, l'opportunità di ricordare quanto già, in feluca e spadino di ministro, segretario di Stato, .:,.suo tt:mpo, in pieno montecitoriale concistoro confermato: « essere, cioè, la 1\fogna Chart:1. del!a Repubblicd ftaliana, null'altro che una trappola!", il che, conscguenzi<1lmcnte ci autorizza a considerare ot trappole & o « trappoline • tutte k leggi che ad essa ,l trappola madre» fanno capo, ivi compresa quindi la « Ri~ forma della sct1ola dell'obbligo». E tanto più vcr:i. trappola in quanto in senso proprio, i topi, o altri animali, .sarebbero rappresentati da. una mollitudine di 549

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