Volontà - anno XIX- n.8-9 - agosto-settembre 1966

E nonostante questa libertà comple1a centinaia di contadini furo– no inizìati quì alla scienza elementare, e molli conservarono per tutta la vita un legame spirituale verso il loro maestro. La possibilità e l'utilità di questa completa libertà degli scolari, praticamente provata su vasta scala, presenta il primo e grande servi– zio apportato da Tolstoi alla pedagogia. Per la forza del loro intelletto e per l'intensità della loro sete di sapere, gli uomini differiscono totalmente. Questa differenza va pre– sa da zero all'infinito. E tutto il sapere del genere umano deve esse– re disposto, concentrato, insegnato in maniera che i più capaci, sen– za la più piccola perdita di tempo, possano arrivare a raggiungere il limite che le loro capacità permcuono. Nessun parlamento, fosse anche mondiale, ha il minimo diritto di formare il cervello elci fanciulli come i Cinesi formavano, non è pas– sato molto tempo, i piedi alle loro figliuole! La scuola, sotto nessun pretesto, deve formare. Essa deve soltanto soddisrarc il bisogno del– l'alunno in conoscenze precise, sodisfarli fino all'ultimo limite possi– bile, a ogni momento dato. Essa non deve essere un maestro per lo scolaro, deve essere il suo aiuto, il suo servitore. Tutti i grandi spiriLi, dai tempi più remoti, hanno sempre com– preso l'inammissibilità delle pw1izioni e della costrizione nella scuola. Ma il grande, l'essenziale principio dell'insegnamento che consi– ste nel tenere tutte le conoscenze umane al servizio dei più capaci, Questo principio di base per il progresso reale, io non conosco se non Tolstoi che l'abbia applicato. VICTOR LEBRUN • TRE COSE DESIDERO VEDERE INNANZI ALLA MIA MOR– TE, MA DUBITO, All,CORA CHE 10 VIVES~I MOLTO, NON NE VEDERE ALCUNA; UNO VIVERE DI REPUBBLICA BENE OR– DINATA NELLA CITTA' NOSTRA, ITALIA LIBERATA DA TUT– TI I BARBARI E LIBERATO EL MONDO DALLA TIRANNIDE DI QUESTI SCELERATI PRETlo. \ FRANCESCO GUICCIARDJNI. A1>1>cnc1ice ai Ricoi-cll, I. X.) 501

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