Volontà - anno XIX- n.8-9 - agosto-settembre 1966

giorno, dormissero nei boschi a ciel sereno o in una capanna vicina. Le domeniche dopo il pranzo, il « museo scolastico» era aperto al pub– blico e il personale insegnante teneva una riunione per esaminare i progressi compiuti da ciascuno allievo e fare dei piani per la settimana seguente. Tolstoi era conosciuto e chiamato dai ragazzi col suo nome (4). Nessuna lezione era obbligatoria. Non vi erano nè punizioni nè premi. Nessun pro– gramma o metodo era imposto agli educatori: quello che ad essi piaceva di più era ritenuto buono. E 1o stesso per i raga:,,zi: quando l'insegnamento e– ra ben impartito gli alunni venivano di loro spontanea volontà e se ne anda– vano col rimpianto, e trovavano Io studio semplice e necessario come il respirare. L"- libertà, l'abbiamo visto, era la 1·egola a làsnaia Polonia; si potrebbe pure dire che era la libertà totale, la An:lrchia ma non il disordine! Poco a poco si soslituì all'ordine esterno e fittizio un ordine interno, organico e profondo che emanava dalla stessa vita. Tolstoi constatò che l'Ordi– ne era nato a poco a poco dal bisogno stesso del ragazzo, che era stabilito libere.mente dal ragazzo e si affermava di pii.1a mano a mano che diveniva più necessario: « Pili i ragazzi migliorano, J>iù l'insegnamento si divide e più l'or– dine diviene necessario. Grazie a ciò, con lo sviluppo normate, senza timore, della scuola, pili gli alunni si Istrui– scono, ))ili divengono adatti all'ordine. Più sentono essi stessi li bisogno del- 1'ordinc »_ (41 Curiosa attitudine per un Conte ( !)_ Si \·edc bem- in questo com.: l'educatore di. le sue origini. 492 Come più tardi dirà l'Istituto J. J. Rousseau a Ginevrn (5): DISCAT A PUERO MAGISTER, è jl ragazzo che insegna al maestro i suoi propri biso– gni. li fanciullo libero manifesta i suoi bisogni biologici, rifiuta il nutrimento intellelluale che non gli è adatto e richiede quello che il suo sviluppo esige. Sono queste le osservazioni, fatte di giorno in giorno, che convinsero Tol– stoi dell'incredibile portata di quel principio di libertà al quale si sentiva invincibilmente e sempre ricondotto, ed egli ne concluse che la libertà è un metodo. il metodo per eccellenza, il criterio dei metodi, « Meno i raganJ apprendono con ti– more, migliore è 11 metodo; più essi sono costretti, più il metodo è cattl• vo... Nei miei articoli pedagogici, ho esposto le cause temicl1e che mi fanno credere che la sola base d1 ogni inse– gnamento è la libertà scelta da parte degli alunni cli ciò che essi hanno biso– gno di apprendere, e del modo di ap– prenderlo, Ma in pratica, ho sempre ap– plicato queste regole alle scuole che dl– rh;-cvo e i risultati erano sempre buo– ni. sia per gli insegnanti che per gli alunni, e nello stesso modo per l'ela– borazione di nuovi procedimenti, ciò che io affermo molto ardilamente poi– chè centinala di visitatori della scuola di Iàsnaia Poliana l'hanno visto e co– statato ... Poichè la costrizione nell'insegna– mento mi ripugna, per convinzione e 1>cr carattere, io non 1i costrinsi in ~s)La Scuola delle Scieme ddl'Educ:wionc (btiluto J. J. Rousseau) fu fondata nel 1912. li suo fine era !"orientamento e la formuionc dcli.:: persone d~slinate al!a carriera pedagogica (direttrici di giardini d'infanzia, di scuole, as• sistenti sociali, proiezione de!l'infon1ia, assi– sten1i di laboratori di pedagogia, ccc.).

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