Volontà - anno XIX- n.7 - luglio 1966

Il dibattito sulla sessualità D evo rispor.dcrc alle molte pagine che Luigi Dc Marchi mi cicdka nel suo articolo del 2 di Volt.,ità, con delle consi• dcrazioni preliminari. per una ques1ione di chiarezza, di ,·crità e onestà: dopo di che passerò a conrutar-c punto per punto gli argomenti con i quali Dc Marchi h2 creduto bene d'a,·cr ~mantellato lulli i miei punti di differenziazione dalle teorie sessualiste. Preliminarmente dunque egli mi dà del. l'aggressivo, appunto pcrchè ho ;:idoperato nei suoi confronti epiteti come 'fanatico', 'megalomane' etc Ma questo suo giudizio può facilmente ritorcersi contro di lui. Mi domando infoL ti se alcune definizioni che egli ha usato nel suo scritto, contro di mc, quali 'de– magogo', 'propagandista meschino' , 'ag– gressivo' siano inferiori, in quanto a 'one,. rare' una persona, a quelle da me usate. Mi domando inoltre se il semplice fatto di attribuire a una persona elci caratteri negativi, possa baslarc per cs~crc defini– ti aggressivi. Sminuìsca De Marchi, come ha mostralo, la sua superbia e la coscicn. za di valere fino a!rinfallibilità, e ))Ossa almeno per ipotesi riconoscere che certi giudizi possano essere frullo di opinfoni diverse, e non come egli è porrnto sempn! a credere, frutto di una condotta aggrc,s.. siva. Credo che, se di aggrcssh•ità si vuol parlare, il criterio dovrebbe essere quel– lo se si è ridotti dall'aV\'ersario, o meglio dall'oppositore di idee, alla stregua di mo. stri inumani, quando si viene portati a zc. Dovrebbe essere considerato umano in• vece criticnrc, fnr rilevare i difclli, e in fin dei conti storicizznre in tutto ciò che vi è di posith'o e di negntivo. Mi sembrn quest'ultima infatti la mio posiLione nei confronti delle teorie di Reich e Dc Mar– chi. Ho ripetuto più ,,olle e non mi stan• cherò di ripetere che esse hanno un valore storico. Appunto un ,•alorc storico e non metafisico. Valore Morico significa che quelle 1corie hanno portato un contribu- 10 fondamentale al progresso dell'umani– tà; ma che ess~ appunto dc\'c,no essere collocate nella storia, ed è possibile Quin. di vederne i superamenti e i diretti. E' stato dopo un ridimensionamento sto– rico che io ho fotto nel mio articolo su Emi\ Armand (n. 3 Volo11tà 1965) che Dc Marchi cominciò a dire che io'come tutte le persone <mtoritarie sta, 1 0 cel'cando di de11igrare Reicl1'. Naturalmente Ll cosa mi sbalordì, e ho interpretato un tale a11cggiamento come una sorta di fanatismo e assolutismo mc. tafisico, che sempre pili mi appnriva ma– nifesto notando b fissazione con la quale De Marchi continuamente pnrleva di Rei. eh nei suoi articoli, precludendosi in tal modo l'incontro con le ricerche di altri pensatori ri\'oluzionari. Vice\'ersa, il tono con cui Dt: Marchi ha risposto ai miei tentati,•i di critica, è sin. to quello di chi n1ole annullare, distrugge– re la persona discorde. Gli appare «sbilen– chissima• la mia teoria; e non c'è punto, proprio uno, in cui le mie •pro,·e• siano fondate. L'unica concordanza egli la tro– va nella mia individuazione del complesso «omosessuale• quale causa d1 cc11i atteg– giamenti femminofobici del maschio. Ma è un'ammissione minima che egli fa, Qua. si formale, pcrchè egli la riduce solo al- 1'1 % dei tipi femminofobici. Mi sembra 429

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