Volontà - anno XIX- n.7 - luglio 1966

C'è chi sostiene che tanto l'idea del– l'immortalità dell'anima, quanto quella di Dio sono innate nell'uomo, e, per conseguenza, sono irn:futabili. Ed è per questa ragione che non c'è alcuna re– ligione che non abbia adottato l'im– mortalità come uno dei suoi primi :lommi fondamentali. Tuttavia, il filo• soro Pomponio osservava: « Bisogne– rebbe prima di tutto provare in qual modo l'anima può vivere senza aver bisogno del corpo come soggetto ed og– getto della sua attività. Giacchè noi non sapremmo pensare senza le perce– zioni, e queste, come sappi<lmO, dipen– dono dal corpo e dai suoi organi. E se è vero che il pensiero è in se stesso e– terno ed immateriale, è altrettanto ve– ro che esso dipende dai sensi e clall:t percezione ». Parlare di forza vitale, non significa altro che nascondere la propria igno– ram~a. Bisogna bandire dalla scienza .,idea d'una forza organica capace di pr~du1Te i fenomeni della vita in nu– niera arbitraria e indipendente dalle leggt generali della natura. La forra vi– tale, afferma Bi.ichner, non ha alcuna esistenza plausibile. Per quanto concerne l'anima degli :mimali, essa non differisce da quella dell'uomo nella sua qualità, bensì nella swl quantità. Trovandosi nelle isole Co. cos, Darwin ebbe occasione <li osserva. re un granchio che apriva le noci di cocco in una maniera p:J.rticolare con le sue chele, con le quali mringiava in seguito le mandork· che es<;cconteneva– no. Vi è chi ha creduto di trovare in questo fatto la prova d'un istinto inna– to, e fra, gli altri, il naturalista Cotta semhra incline a vedervi la prova della 424 suprema saggezza del creatore -che a– vrebbe creato un animale a questo sc0- po. Ora, francamente parlando, cerca– re in un fatto simile cosa diversa da un semplice fenomeno naturale, sem– bra piuuosto strano, specialmente quando si traua di una naturalista. Il mondo morale contiene in sè tutti gli clementi dell'anima e del corpo umano, e non è assolutamente possibile negare la transizione insensibile che, attraver. so innumerevoli gradi intermedi, con• giunge l'animale all'uomo, tanto per le sue qualità intellettuali che per quelle corporali. Come i caratteri e la storia dei po– poli generalmente dipendono dalla na– tura del paese e dallo stato sociale in cui essi si sono sviluppati, ugualmente l'individuo non è che il prodotto cd il risultato dei fatti esteriori e interiori della natura, in quanto alla sua esisten– za fisica e morale. L'uomo è sovente incline 3 seguire le proprie tendenze, Cd è raro che possa lottare con succes– so contro questa forza interna. L'uo– mo è libero; tutlavia ha le mani legate e non può oltrepassare certi limiti che la natura gli ha assegnato. Il principio di necessità è identico alle cause che incatenano il libero arbitrio: la diver– sità delle idee generali sul mondo non modifica di1·ettamente questo princi~ pio, ma non ha influenza su di esso che mediatamente e in que!':>IOcaso questa influen2a è infìnitam ~r.le debo• le. Bi.iclmer dice che ogni pensiero e o– ~n\ concezione che non abbia per base i fatti, è in realtà una chimera. Asse– gnare dei limiti alle scienze naturali, come certuni sostengono, per timore che queste scienze non gettino imme• diatamente in aria le loro idee stan-

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