Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966

bacchei tona ebbe, presso Erasmo, l'elogio della pazzia; presso Vol– taire, lo schen10 del genio. Chi comanda, chi è libero. Nemmeno stupisce che una festa laica subisca un cambiamento se passa continuamente nelle mani dei gesuiti, e che gli operai di– mentichino nella ricorrenza della loro festa quella che fu la presa cli coscienza come classe, come aristocrazia degli ordini operanti, come proletariato che lancia la sua sfida al capitale, sacro e profano. 11 più grosso capitalista dirige ora la fesla dei lavoratori: è festa o è farsa?! Già si ride, si abolisca almeno la festa, coll"1equella del 20 Settembre. Gli operai si disarmano, si snervano; né possono fare diversa– mente se negli ultimi anni si vedono intrufolati in mezzo ai ferrovie– ri e ad altre categorie di operai i cosiddetti cappellani, gesuiti che ri– cevono uno stipendio dallo Stato per svolgere tra gli operai un'ope– ra subdola di penetrazione politica, partigiana, per portare alla Chie– sa quelli che ebbero, ad opera degli anarchici e dei socialisti soltanto, la coscienza di se stessi, il senso di stessi. E i risultati sono chiari, evidenti: uno sciopero dei ferrovieri è sempre un mezzo tentativo, uno sciopero a singhiozzi, mai lotta a fondo, mai lotta a oltranza. Una volta s1 diceva che la politica era un'arte, ora è diventata un mestiere per i gesuiti in Italia, che pesano sulle spalle del popolo, percepiscono uno stipendio per fare i galoppini di diritto pubblico, i missionari della politica. I cappellani militari rompono le scatole agli obiettori cli coscienza, i giannizzeri del papa sono capaci di rom– per!.! !e scatole pure a Cavour, Mazzini e Garibaldi, a riportare gli Italiani nelle condizioni anteriori al Risorgimento (2). La politica, si dice pure, è sporca; il mestiere della politica è infame. Salvi i di,;tti di mammona, per tutto il resto è permesso il dia– logo e la discussione ai quattro venti. Chi chiedi.! il dialogo è ur.. politicante, chi concede il dialogo è un politicante, l'anarchico non lo chiede e non lo concede perché ha capito tutto quello che c'era da Ccctpirc. Ci mancherebbe altro! Possiamo perdere, ma non possiamo (l) Omodi:o. L'E1à ùel Rlsorghncnlo llallano, Napoli, 1955, p.i)!:. 64 e ~C'2g; • A detta degli s1e,)i ,crittori ..:auolicì, gli stati poniihci erano i prg(!io go\ern:1111i d'Europa dopo quelli mrchi •· 262

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