Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966

so, di teorico, di riempitivo vi ha nella la, il quale, come uomo, semi e con– produzione zoliana. Il difetto di Lukacs dannò le brutalità del capitalismo che critico, in una parola, è quello di sotto- non ~eppe condannare come scrittore porre i testi poetici e narrativi a una (7}1. lrtnan.dtuno, il filosofo ungherese critica sociologica, ricca dej sedimenti delinea nella opera dello Zola la presen– del presente, svolgentesi all"insegna di za di un d..:scrittivismo fìne a se stesso, quella concezione estetica che propone comportante uno stacco Ira ::imbiente nell'opera non solo la presenza delle i- e personaggio, tra causa cd effetto, tra dee, ma d'idee giuste e progressiste, a- a7ione e responsabilità della stessa. A pene al respiro dell'avvenire. Se ciò non verificare un giudizio di tal falla, che è è, la summa estetica lukacsiana condanna possibilic ritrovare anche ndl'opcra del decisamente lo scrittore o poeta che sia Lanoux (8), il Lukacs nel primo paragra· al limbo dei bambini. fo del s~1ggio Narrare o descrivere (il Ad evidL'nziare il carattere distruttivo e concetto sarà ripreso e ampliato in Per riduttivo ad unum delJa storia della Jet- il ce11fenario di Zola) sollolinea il posto teratura universale che tale visione e con- che assume l'elemento descrittivo in Tol– çezionc estetic.i comporta basterà notare stai, Balzac e Zola. Così, per il Lukacs, come per tal verso bisogna mandare al quando Tolstoi e Balzac descrivono, il macero il codino Manzoni, assertore del- primo la corsa dei c2valli in Anna Kare– l'ane che abbia a scopo il ,,ero e il buo- niiw, il secondo il teatro nelle lll11sioni no; e al macero ancora bisogna mandare perdute, creano; laddove iola sì ,·ivcla Dante tolemaico e Foscolo illumjnista, un virtuoso della descrizione fine a se che, pour cause, non potevano condivi- stessa, un romantico di ritorno (9), dere il realismo socialista di stampo Ju- quando, a sua volta, in No.nù si misura kacsiano. Del resto, il Lukacs, che fa del sullo stesso piano rapprcsentati,·o, per– Balzac il punto di leva archimedeo, :.uv- chè « 11011 è la co111plete~z.a oggefliva vertitore cli ogni altro movimento nar- (tcori7.za{ a e applic~ta da Zola: nota rativo, finisce col non saperlo neppure mia) a rendere (fualcoso. (cioè l'o.cciden· interpretare, quando invoca che lo scrit• tale) a,·1is1ica111en1e « 11eccssario,. E' tore l'ranrese riesce ad es.sere grande piuttosto il necessario rapporto dei per· realista nonostante le sue idee. Vale la so110.ggicon le cose e gli avve11ime11ti in pena dì ricm·dare che la critica migliore wi .~i esprime il loro destino e attrnver– ha recentcmcnlL' dimostrato che il trion- so i quo.li essi agiscono e patiscono» (10). fo del ,ealismo balzncchiano si ha per Pertanto. la descrizione della corsa dei le sue idee e non nonostante esse (6). caYalli in Nanà è una digressione, che Chè sarebbe un modo come un altro per il ritorno all'affermazione che il poet:i o scrittore ditta e scrive, fulgorato dal raptus lirico. Su tale ceppo lukacsiano, postulante la generazion~ della poesia da una ideo– logia avanzata o quanto meno dal tradi– mento e dall'abbandono dell'ideologia retriva, si innesta una serie di rilievi critici che ii Lulrncs muove a .emilc Zo• (6) Cfr Galvano della Volpe, Critica del guslo (Fcltrinclli, Milar:o, l!:l,O, p:igg_ 217,218). (7) G)orgy Lukac~. Narrare o descrivere, p3g. 311. (8) Arma11d l.3noux, Buongiorno Monslcur Zo• la (Mursia, Milano, 1964, pag 241). (9) Gyorgv Lukacs, Il man.i1-mo e la critica lcttcrarla, pag. 275. (IO) Id, pag. 178 291

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