Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966

Limitidella critica luckacsian all'operadi ÉmileZola I N DUE SIGNI FICATlVl saggi, Nar• rare o descrivere (I); Per il cen– te1wrio del Zola (2), uno dei maggiori fi– losofi cd esteti marxisti, Gyorgy Lukacs si occupa del pensiero critico e dell'ope– ra narrati\a dell'autore del J'accusc. Sia nell'uno come ncll'allro contribu10 cri- 1ico. scritti lispeui,•amentc nel 1936 e nel 1940, si avverte qua e là il peso dei problemi immediati, che cosrringono ad una angolazione esegetica non sempre coe– rente e aderente all'intimo carattere del– l'opus ,oliano. Chè, se nella rcda,donc del primo saggio Narrare o descrÌll(:!re confluiscono gli clementi e gli argomenti del grande e contrnstato diba1ti10, svolto– si in Unione Sovietica nel 1936 intorno rii formalismo e al naturalismo in lette– ratura, in quello Per il cente,rario di Zola gioca lutta la sua forza, cospiranlc in una cert:'\ dirc,ione, la fiamma dh•oranlc del– la gucrrn. E in quel tragico momento il Lukacs crede di dovere cogliere il me– glio dello Zola nella sua coraggiosa bat– tnglia per il trionfo del progresso (3). Ma comuni all'uno e all'altro contributo sono i giucli;•i e j concetti del Lukacs, che scri– \'C di Emilc Zola nel 1940 come ne a\'eva scritto nel 1936: sicchè non si sfugge alla 1en1a1lonc, nient'aITatto satanica, di defi– nire il saggio del 1940 come una solidifi– cazione degli spunti critici disseminati, tra un trascorrere teorico e un accenno di analisi, in Narrare o descrivere. Cosl pure, ragioni contrarie alla poesia dello scrittore francese si ritrovano in altro li– bro del Lukacs, ora edito nnchc in lingua italiana, Il romam;o storico (4). In sede preliminare, si può cominciare 290 col contes1are al Lukacs il rifiuto, che egli opera, di cntr.ire in mcclias rcs, in– clinando a una illustrazione del mondo storico e metodologico dello scrittore Zo– la. Egli definisce- pnma cli capire, giudica prima di seguire l'autore laddove le sue predilezioni di poesia l'hanno condolt;J ad una colla temperie storica e sociale del tempo. Ed è appunto questo che man– ca alla critica storico-filosofica del Lukacs, che soltanto per incidcns riesce ad essere e a porsi come critica c!.tctica, con ri– sultati adombrati. li filosofo ungherese si fa conquis1arc dal metodo ,riduzionista e deduttivo, dà per scontata la unità di forma e contenuto e passa subito alla illustrazione del mondo storico-culturale dell'autore (5). Alla fme si perviene a co– noscere, stante la giustezza dell'analisi, che Emile Zola è slato un cattivo stori– c;o, ma non si riesce a comprendere per– chè si è rh-elato tale .inchc come scrit– tore. Per questo, sulla strana critica, segna– ta o quanto meno aperta dal Luckacs, con i grimaldelli, che egli ci offre, non si riuscirà a cogliere quello che d'irrile– vante, di debole, di fiacco, di pretcstuo• (I) Gyorgy l.ukac~. ~an"ilrc o dcscrh·ere, (in Il m::rxi1>mo c la Crltkn 1ellcmrla, Einaudi, To tino, 1953). (2) G~ort;, Luk:ics, Per Il ttntcnarlo di Zola \in Saggi sul Rc;,llsmo, Ein::iudi. Torino, 1950). (3) Gyorgy Lukacs, Per Il centenario di Zola, pag. 129 (4) G)orry Luknc~. 11 romanzo storico {Ei- 10.mdi, Todno, l96'i). (5) Cfr. Rocco Musollno, .\farxh,mo cd csleli– ca In ltaha (rditori Riuni1i, Roma, 1%4).

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