Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966

tierc del paese che dirige, in altri tempi portuaria in Argentina, volontaria nelle brigate per la Spagna, •maquis» e poi Tito in Jugoslavia; o di un'America del Nord che paga indennizzi in medicinali per la sconfitta del suo intervento a Cuba; o di un Giovanni o di un Paolo di Roma che larnno i piedi agli ebrei; o di un Mao che non si ar.i:arda a span...-,r , ia il suo piccolo av, 1 ersario di Formosa o che si morde le unghie per le sue sventure afiicane. Gli « ismi,. - dopo aver chiarito che non facciamo eccezioni su un piano obbiettivo - periscono. Periscono nei falli e p-:!r·iscono in quanto sono costretti ad adottare le tematiche, gli scopi e le modalità di quelli che sino a ieri erano sistemi adottati da uomini detestati. C'è una parola che designa questo processo. Spregiata, combattuta, fraintesa e, se si vuole, prostituita, essa, attualmente. riscuote nuova for/'.a e preciso signi– ficato. E' collegata, come si vedrà, ad un secolare processo storico, ad un profon– do anelito degli uomini e d~i popoli. Questa espressione è la democrati'z:zazione, che non si diluisce in una nebulosa enunciaz.ione di libertà, ma vuole concretarsi nelle libertà, in ;izioni e in uguaglianze sia nel campo economico, che m quello religioso, artistico e politico. Nel suo pieno signific;ito, democrazia è convivenza, e convivenza è educa– zione. La parola, in quanto segno o significato di contenuto, subisce le alterazioni che, attraverso il tempo, soffrono anche i contenuti di essa. Un senso di univcr• salità che avvolge il mondo tende ad unificare o a chiarire il significato dei ver caboli. Il processo è naturalmenle lento, giacchè, ad esempio, la parola democra– zia era adoperata da Bakunin in senso molto diverso c. con una carica emotiva differente da quella attualmente us:1ta da De Gaulle, Jhonson o Castro. Non bi– sogna aggrapparsi, con esagerazione, nè in favore, nè contro, alle parole, le quali si deteriorano o si modificano col passar del tempo (basti pensare alla parola «anarchia» che viene impiegata più usualmente per indicare il caos del mondo capitalista o il disordine morale della società borghese, anz.ichè la pratica della dottrina sociologica anarchica). Ma, quando nella sua « Storia della Rivoluzione Francese J), Pietro Kropotkin affrontò la critica dei benpensanti sul fallimento della rivoluzione del 1789(• Do. po tante lotte e tanto sangue, che cosa lasciò, se non l'impero napoleonico e l'ascesa della borghesia?»), egli rispose: lasciò tre parole che, dopo un secolo, continuano a smuovere il mondo: Libertà, UguagHanza, Fraternità. Quelle parole che ieri erano simboli, aspirazioni, sogni, oggi, in questo mer mento, van prendendo un concreto contenuto. E' quato ;ivviene per la « nuova educazione •· E' vecchia la nuova educazione? E' questa una domanda che si sono posti molti educatori contemporanei e che alcuni hanno astutamente evitato. Da quasi cinquant'anni si va parlando 274

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