Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966

re in anticipo l'efficacia, e delle tJrga– nizzazioni statali differenti dalle atHl.'.\li potessero nel corso dei tempi, contribui– re a creare un'atmosfera e un modo di vivere atto ad operare certo di,;;crimi– na.tioni che, al giorno d'oggi, non ap– paiono J)OS.!.ibili.Non è qu:sto un fare dell'ottimismo a buon mercato nè, tan– to meno, spezzare una lancia in favore d'una specie di rniracolismo. li lalO esteriore della Sofistica, che amareggiava la vita di Socrate e dei ~uoi scolari, cioè il ricever denaro dai disc:mti, è quindi non di primaria ma eh "ecvndaria impor1an7.a nella \'icenda storica del 1>ensiero speculativo: c'è ben altro ed è su questo che vogliamo parti– colannentc intrallenerci. Starno d'avviso che non bisogna, in (j. ne~ di principio, disconoscere il consi– derevole apporto dato alla speculazio– ne filosofica dai Sofisti maggiori, in particolar modo da Protagora, apporto del quale non vanno sotlaciuti i pregi neppure da coloro che, come il sotto– scritto, si tr0\1;:mo e vogliono m.inte– nersi sulla linea socratico-platonica. L'epistemologia deve pure qualche co– sa di vcram:nte effettivo ed appre7za– bilc ai Sofisti, giacchè, prima di costo– ro, ben pochi dubbi erano stati solleva. ti circa la sogge:ttività e l'oggellivit.i.>i. del conoscere, e non occorre qui ripetere che Protagora, in primo luogo, e Gorgia, in secondo, anticiparo□o un poco la p<r sizione speculaliva dei..Kantiani moder– ni. Non va dimenticato che dagli avwr– sari s'impara pur sempre qualche co~a. e anche in filosofia, come più partico– larmente in politica, è necessario di non lasciarsi cogliere dalla faziosità, che trac sempre su false strade. Non si trntta qui naturalmente d'inneggiar\! al– lo scc11icismo, il che non è affatto nel nostro ordine d'idee, bcnsl alla scepsi, ch'è - si può dire - guida al ,;;ano filo_ sofare. 1-fcgele gli hegcliani, in genere, non hanno mancato di mct1cre in luce il si– gnificato de!Ja Sofistica greca, per quan– to alcuni filosofi moderni, come il Gro-– tc e il Gompen:, ~i siano lasciati prcn1..!c 4 r~ la mano ed abbiano certamente so– pravvalutalo il valore slurico cicli:-. So. risi ica ~tessa. Ogni scolar~! 10, che nun abbia disdegnato di acquisire un.:i soli– da no7ione preliminare del pensiero greco, conosce, o dovrebbe con'.lsccre. la posizione principale protagoresc, mes– sa parricolarmr.:nte in luce dal pili gran– de storico della filosofia greca, Dioge– ne l...aer.tio, e ribad11a chissà quante mai volte dal Platone nei suoi dialoghi, secondo la quale «l'uomo sarebbe la mi– sura di tutte I~ cose, e - pct· compie– lare il detto - delle cose che sono in quante sono, e delle cose che non sono in quanto non sono». Ciò è vero e meritevole di considera– zione, p:rò cum grano salis, giacchè se ci si ferma platonicamente al piano ~en– sibilc, nulla ci sarebbe da dire in con– t ra,·io, ma se a qucs10 det 10 si conferi– sce la volontà protagorea d'estendere l'idea alla parte morale e poi relig;osa, non possiamo più dichiararci d'accordo con un tale soggettivismo, poichè allo– ra dalla «scepsi• si cade in quello scet– ticismo assoluto dal quale abbiamo sem– pre desiderato, a ragion vcdul:l, tenerci sempre lontani. Platon<!, nel Teetctò e Seslo Empiri– co, nel suo scritto su Pirrone, vollero dimostrare e, in parte, giustificare la tesi protagorea, dimoslràzione eh'è sta– ta poi ripresa dai critrici posteriori, fa– c2ndo nctare che P-rotagora venne in·– dotto a tale suo detto dall'esigen:za 243

RkJQdWJsaXNoZXIy