Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966

ma ancltc la pratica dettagliata del si– stema auticonctzionalt. E, pe~ finire, ecco quanto ho letto pro– prio questi giorni sulla rivista « L'Echo della Mode• (del 30 gennaio 1966), sotto il titolo « Venti anni a Stoccolma•· In Sve1.ia a 'lO anni si è considerati a– dulti. E' l'ctll /11 cui ogwmo aspira a crearsi la s1w « piccola felicità•; l'tttl in cui si desidera avere dei bambini nono– stante che ;,. Sve1.ia la vita familiare sia ridotta alla sua più semplice espressione. Ciò si spieaa ~r il fallo clte in que.sto paese i figli godono prestissimo di una certa autonomia, che stocera poi proires– sivamente in una indipendenr.a ed /,i ima Iiberttl assoluta all'età dell'adolescen1.a. J pri11clpi d'educazione, in vigore a Stoccolma, tendono a « lanciare uclta na– tura il /a11ciulto • il più presto possibile. Abitualmente in Svezia i figli lasciano le loro famiglie verso i sedici-diciassttte an– ni, col consenso dei genitori; quelli che co,rtinuano gli studi godono della grallli– ,a totale d'inse,namento e percepiscono una specie di pre-salario sufficiente per permettere loro di far fronte ai loro pro. pri bisogni. Questo esempio i significa– tivo detto spirito sociale che informa la vita svedese. Dalta culla alla tomba, la vita mate– riale dell'individuo è assicurata, L'esistenr,a delle madri di famiglia i talmente. facilitata che la ma11ior parte dtlle donne desidera avere uno o pià figli, anche se non sono maritate: e cii, non i ni raro, nè disonorante in quel paese. In Svezia, infatti, la donna ha la stes– sa uguaglianza dell'uomo; e la ragaua ha la stessa uguaglianr.a del ragau.o. Per– ciò molti stranieri si dimostrano sorpre– si, quasi urtali, si direbbe, della li– bertà, del resto relativa, dei costumi sve– desi. Liberta che non è • libertinas:,io •• « scostumateua », come molti immagina- 110, ma che proviene semplicemente da quel senso profondo di giustizia e di u– guaglianz.a fra i sessi, che prevale 11el paese. Quando una giovane ragau.a o u– ,ia giovane donna, esce con w1 uomo ci tiene a prCHde.reparte alle spese di ri– storante, bar, cinema, da11cing,teatro, ecc. Nti dancing è praticato il sacro prin– cipio dell'uguaglianr.a dei sessi, giaccltè Je ragazze invitano i ragaui a ballare, così come quest'ultimi invitano le ra– gazr.e. Pe,1so di nou aver fatto opera comple– tamente vana presentando certi aspetti della libertà sessuale vigente. nei paesi scat1dinavi. Non saranno cose nuove per molti lettori - e per Gionata in parti– colar modo -, ma, come si suol dire: « ripetere ceri e cose non nuoce•· Battia– mo sul chiodo! soprattutto in Italia ove c'è tanto bisog110 al sbarrauare il ter• reno ed i cervelli da quegli autoritari, paternalistici, atavici princlpi e pregiu· diti che dominano e soffocano i naturali bisogni e rapporti (fi.sici, amorosi, senti– memali, morali) dei due se.ssi. A. COPETTI 241

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