Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966

Il compito della scienza non è circoscrL vibile e non è pregno di responsabilitd. Ad ogni ricercatore uon può a/fidarsi u– na carica moralistica, che non è in con– dizioni di poter avere. Pertanto, fissato elle la scienza si eman. cipa dal pesante giogo di conoscere (o presumere) i perchè delle cose, essa è ben lontana da ogni finalismo. ln conclusione i partecipanti al conve– gno si affaticarono invano per trovare u– na piattaforma d'incontro. Non si può ac. cettare (come conclude il Prini) elle la scienza ci consente di prevedere le con– segt1em:.e della nostra azione e far con– sistere, in questa previsione, il potente aiuto della scienza al comportamento mo- raie,· allo stesso modo che (secondo il nostro punto di vista) resta da scartare la moralità della comprensione e sostan– zialmente del giudizio storico. La mora– lità della interpretazione giusta (?) dei fatti è radicata in una convinzione reli– giosa, cioè personale, lontana dall'accet– razione universale. Se la morale della comprensione non. è finalizzata dalla decisione delle scelte, sin. ceramente non le riconosciamo alcun va– lore. Per noi il Di Mattei è colui che me– glio ha sviluppato il quesito, negando e trascurando ogni forma religiosa del sa– pere. EMILIO PONTIGGIA Libertà ed educazione sessuale e IONATA, pole111izza11docon Baldelli (in «Volonlà» n. I, 1966) sotto il ti– tolo « Libertà per i figli », espone il suo p1mto di vista su quella elle dovrebbe es– sere la e li~era soddisfazione d'ei bisogni sessuali» dei figli, fanciulli, adolescenti ed anche degli adulti, sostenendo che alla li– bertà sessuale non può risultare alcun da11110, 11è per l'individuo, nè per la so– cietà. /.,a nozio11e (o criterio) di e Male" di « Danno "• i11 rema e materia di rappor– ti, relaziot1i, esperienze sessuali, deriva da. gli assurdi awinawrali preconcetti mora– li, religiosi e dalle co11cezioui autoritarie che dominano nelle famiglie e in tutte le strwrnre della società afluale. Le osser– vazioni e le considerazioni che fa Gioua• ra su questo scottante problema le trovo molto logiche e, in linea generale, rispec- chiauo anche il mio punto di vista. Non è d11nq11eper contraddirlo che interven– go nel dibattilo, ma semplicemente per una « mise au poinl,. concernente fa li– bertà dei giovani dei Paesi Scandinavi. Mi riferisco particolarmente alla seguente affermazione di Gionata: e ... in Russia, come in Scandinavia, come in U.S.A... le giovani sano costrette alla verginità fino al matrimonio ... "· Mi sembra che questa affermazione sia troppo categorica, perchè è risaputo che, per quanto -riguarda certi paesi scandi– navi, la verginità delle ragazze non è più considerata come la suprema, ideale virtù. A sostegno del mio dire, citerò qual– che significativo esempio, spigolato lun– go il corso delle mie lett11re. Il professore Jloffmeyer, specialista_ da- 239

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