Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966

del genere umano, il cui potere non sussiste che per la notte oscura che essi spandono sugli spiriti. Non è punto a questi uomini perversi che la verità deve parlare; la sua voce non è intesa che dai cuori o, nesti, abituati a pensare, molto sensibili per lamentarsi delle calamità senza numero che la tirannia religiosa e politica fa provare alla terra, troppo illuminati per scorgere la catena immensa dei mali che l'errore fece soffrire in tutti i tempi agli uomini aff1itti. E' all'errore che son dovute le catene pesanti che i Liranni e i preti forgiano ovunque alle nazioni. E' all'errore che è dovuta la schiavitù in cui, presso tutti i paesi, sono caduti i popoli, che la natura destinava a lavorare libera– mente per la loro felicità. E' all'errore che son dovuti questi terrori religiosi che fanno dovunque deperire gli uomini nella paura, o sgoz– zarsi per chimere. E' all'errore che son dovuti questi odi inveterati, queste persecuzioni barbare, questi massacri continui, queste tragedie ripugnanti di cui, sotto pretesto degli interessi del Cielo, la Terra è tante volte divenuta il teatro. L'uomo non è, in ogni clima, che uno schiavo degradato, sfornito di grandezza d'animo, di ragione, di virtù, a cui carcerieri disumani non permettono mai di vedere il giorno. Facciamo in modo, dunque, di allontanare le nuvole che impediscono all'uomo di marciare a passi sicuri sul sentiero della vita, ispiriamogli coraggio e rispetto per la sua ragione; che egli apprenda a conoscere la sua essenza e i suoi diritti legittimi, che egli consulti l'esperienza e non una immaginazione tur– bata dall'autorità; che rinunci ai pregiudizi della sua infanzia, che fondi la sua morale sulla sua natura, sui suoi bisogni, sui vantaggi reali che la società gli procura; che osi amare pure se stesso; che egli lavori per la sua propria felicità facendo quella degli altri; in una parola che egli sia ragionevole e virtuoso per essere felice in questo mondo e non s'occupi più di sogni o pericolosi o inutili. Se ha bisogno di chimere, che egli permetta almeno ad altri di rappresentarsi le loro diversamente dalle sue; che egli si persuada infine che è molto impor– tante agli abitanti di questo mondo di essere giusti, benevoli, pacifici e che niente è più indifferente del loro modo di pensare su oggetti i– nacessibili alla ragione. Come pure lo scopo di questa opera e di ri– condurre l'uomo alla Natura, di rendergli la ragione cara; di fargli adorare la virtù, di dissipare ]e ombre che gli nascondono la sola stra– da capace di condurlo sicuramente alla felicità che egli desidera: tali sono i disegni sinceri dell'autore. In buona fede con se stesso, egli non 225

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