Volontà - anno XIX- n.3 - marzo 1966

lnf anzia senza tutela Q UESTA VOLTA siamo <1 Prato, ncll'i~11tu10 dei «Celestini•. li nome che d•:!fl· va dal colore <k! gr:!mbiule indos'>alo dagli educandi è poetico e fa pensare ad una comunità idillica. Invece sono molto dure le bastonate somministrate :tgli orfani, illegittimi, :1bbandonoti, dai tcrtiari laici a cui è .:iffidato il compi– to cli assi~tenti ncll'istitulo che, prooriamcntc, si chiama «M;Jria assunta in cie– lo». Forse, arpunto 1:,erchè app1cnclcssero in tempo la distanza che separa la hcatitndinc degli ~seri celesti dalle afflizioni dei miseri mortali, i bambini venivano, oltre che bastonali e fru5-tati, costretti a tracciare croci in terra con la ling1w, chiusi in cantine infestate da topi, legati ad una <Tocc, obbligati a dormire 'iO!lo il letto, C'CC. Ma h co'-a n,:>n è nuova: già nel 19,-H vcnn:!' promossa un'inchiesta, pro– vocata dalle continue fughe cli ragnzzi da questa oasi di bene, e \'enncro denunziale le condiz.ioni mi'icrevoli clcll'istiluto: sporcizia, mancanza di per– sonale adeguato, maltr:HtamJnti e altro. Ma, come sempre avviene in silnill casi le co~c rima.;;;ero allo ~t=-itu quo salvo un=i riduzione nel numero degli alunni, i quali venivano rcc.lutati da Iuli~ le parli d'Italia, giacchè il pretesto dei bambini d;:i sfamare è sempre buono per raccogli::re el~mosinc ....a profitto degli ;-idulti. Non valse neppure ::i. smuovere chi cii dovere la voce diffusasi di due ragau.i affogati nello stagno: continuarono i pidocchi, i ro::.ari pcq>etui, le peni– tenze di..,umanc (ABC _ 1~1-66; L'Es1>resso 23-1-66; Domenica del Corriere 23-1 -66). E tutto <.:i sarebbe infranto contro il consueto muro del silcn1Jo e dell'iner• ;,ia, se una per~ona coraggiosa e onesta, vedendo un alunno che poi tava troppo C\'idcn1i i segni delle t~nerc carcll.c elci suoi amorosi custodi, non a\"csse sporto denun;,ia. Neppure i medici avevano mai presentato i dovuti referti - fatto che si verifica non di rado - probabilmente per il timore di p:!rderc l'incarico, o per il nobìlc scopo di .... non aver «grane». E si sa a quali gr::ivissime omerrh è sempre dispO'ita la gente pur di cvirnrlc l Vedremo ora come si s\'olg::ranno i fotti e a che cosa approck.rà l'inchiesta. Ma è da supporre che, come sern1>re avviene in simili casi, i raga?.Z.i,nei succes– sivi inlerrogatori - terrorizzati all'idea della vendetta di cui potrebbero esser vittime per opera dei loro aguzzini, (assolti) oppure sollo la pressione di consi• gli, di minacce, di lusinghe avvenuta nel frattempo, o forse pcn,uasi nel conres– sionalc ad un nefa~to perdono -, negheranno quanto avevano affermato prima, e contribuiranno così, con le loro ritrattazioni, all'assoluzione dei colpevoli. Del resto, in casi analoghi, (colpe di g::-nitori, di maestri) non si prowcde mal a mettere i piccoli interrogati in condizioni di sicurezza (col trasferimento stabl· le ad altra scuola o ad altro istituto), forse per insipienza, probabilmente col segreto de!)iderio che tutlo finisca in una bolla di sapone. Così l'interrogatorio si riduce ad una farsa. 132

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