Volontà - anno XIX- n.2 - febbraio 1966

dissensi e di lolle fra i J)Opoli e a tutela di interessi unilaterali, vani e pietrifi– cati da una tradizione storica che l'umanità non ha saputo fin qui superare. Per cercare di orientarsi in questo st:Ho di cose bisogna farsi ailc origini e rievocare la figura dell'uomo primitivo davanti agli clementi avversi della natura e all'istinto di sopravvivere. JJ primo elementare bisogno per la vita condusse l'uomo alla ricerca del cibo e gli insegnò gradualmente a praticare la caccia, la pesca, la pastorizia e l'agricoltura. L'essere umano è nato individualista per istinto, cosicchè i primi gruppi fa– miliari derivanti dall'accoppiamento vissero isolati nell'ambiente fino a quando non si accorsero della utilità e dei vantaggi di una difesa di interesse comune con altri della slessa specie. Dalla famiglia patriarcale si passò cO'iÌ a costituire il - clan» che è la forma più antica di organizzazione sociale fra gruppi familiari dello stesso ceppo. Successivamente diversi - clan» si unirono sotto un unico capo dando ori– gine alla tribù governata da leggi comuni e da pratiche elementari che rappre– ~entano i primi stadi delle successive forme di governo. La guerra fece nascere il Capo, il Re e lo Stato cosicchè l'autorità dì chi ebbe il comando gli derivava dalla sua veste di guerriero che sapesse però, nel corso della vita normale della tribù, apparire anche come padre e sacerdote perchè fin dall'origine la vita della comunità era assicurata dalla forza durante la lotta, dalla parola durante la pace. La guerra soprattutto distrusse l'individualismo anarchico primitivo e in– trodusse fra gli uomini le diverse forme di organizzazione e di disciplina, por* tando alla schiavitù dei prigionieri, alla divisione delle classi sociali, ai diritli e doveri della proprietà e alla creazione di una legge comune da rispettare. Lo Stato adunque è nato come organizzazione di forze dopo essersi forma– to con la violenza e la conquista. Ma noi dobbiamo guardare allo svolgersi dei falli storici rifacendoci alla civiltà mediterranea che fu progenitrice dell'attuale organizzazione sociale in Europa e nel mondo. La piì.1 antica civiltà su terra europea è quella CrelL-se (del Xli secolo) antecedente all'invasione Achea. Ma la più illustre è quella della Grecia che finì per dominare dalla Ionia alla Sicilia e che ebbe il suo centro politico ad Atene e il suo mas~imo splendore nel V secolo, l'età di Pericle, il secolo d'oro. La decadenza del suo prl.!stigio si preparò gradu.i.lmentc con le guerre disa– strose nate dalla rivalità politica e con la sete di predominio fra Atene e Sparta la cui potenza, nel Peloponne'io, era derivata dalla invasione dorica e dalla le– gi<;lazionc di Licurgo a struttura militare in antitesi con Atene che aveva avuto piu1tosto, con Solone, una legislazione di e-lasse. L'impostazione politica della vita sociale orientata verso la forza d'urto dimostrò fin d'allora la sua debolezza di concezione e finì per condurre un po– polo di alta civiltà a subire la supremazia di quella, tra le sue province, meno evoluta come tenore di vita ma militarmente più forte. 92

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