Volontà - anno XVIII - n.11 - novembre 1965

lotte r<!ligiosc, dalle quali fu scossa in tutt.\ la sm1 profondità la vita dei popoli europei pe1· molti secoli, giunsero ~lb fine a riconoscere la libertà di credenza, per·mettcndo che ognuno fosse felice alb sua m<rniera. Nculau disse pertanto e con ragione, che se il socialismc ne,n poteva imporsi una identica tolleranza, avrebbe fallito completamente nel suo obiettivo come ideale sociale del futuro ed ;:1V1"cbbe potuto costituire solt~mto l!n nllO\'O anello nella catena della schia• vitù. Nelllau partiva, nelle sue concezioni, completamcnl: dalle idee liberali del secolo Xl X, ma ciò non signilìca, in maniera alcuna, che non avesse nessun senso per le aspirazioni ulteriori del no:-tro tempo. Ma vide pure i suoi aspctli oscuri ed aveva abbastanza ampiezza di vedL!te per riconoscere che ogni svilup• po non è un progresso. Capì che le grandi conquiste tecniche dell'epoca non marciano al p,wi con lo sviluppo della coscienza etica degh uomini e che il sen• timento sociale per ciò andava sempre pii:, in rovina. La meccanizzazione della economia che av\•enìva con ritmo crescente e le aspirazioni in costante aumento alla centralizzazione negli Stati mod::rni, meccanizzavano ;:inchc il pensiero ed il sentimento degli uomini e davano motivù per ogni serie di teorie asociali le quali minavano la no'>tra morale e rendevano gli t'Sseri umani incapaci a resi• stere contro il malP che li mina-::ciava. Nettlau vide in questi fenomeni del no– stro tempo il maggior pericolo e la vera causa delle spaventose catastrofi sociali che si abbatterono sul mondo. Era nemico di tutti i dogmi e di tutte le frasi melate che ostacolano ed im· pediscono il pensiero indipendente. 11 dispolifmO delle: idee preconcette era per lui così odioso come ogni dispotismo politico o economico. Si chiamava spesso un eretico ed in effetti !o era, poichò non nascondeva mai le sue opinioni e diceva ai compagni spesso più di una verità incomoda, che per disgrazia non furono sufficientemente ascoltate. Egli lo sapeva e si sentiva a volte depresso. Una volta mi scrisse: «Il pen• siero stesso è il più pesante di lutti i lavori, a quanto sembra. E ciò nonostante una sola iniziativa nuova ha più valore di tult<1 una moltitudine di teorie far• ragginose le quali non hanno più nulla da dirci e la maggioranza d~Ue quali servono come motivi decorativi per nasconde1·c con esse la propria pigrizia di pensiero». Con lui il socialismo libertario ha perso uno dei suoi pii:, importanti e tipici rappresentanti. Della sua azione ulteriore e della sua fine tragica si parlerà in altro luogo. Diffonde te e fate leggere volontà 658 RUDOLF ROCKER

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