Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965

le farla risalire ad un'epQca posteriore al Ili-TV secolo: di qui è necessario ricavare la conseguenza che, prima cJi allora, l'educazione (e la pedagogia) cristiana abbia avuto una vita essen– zialmente diversa e, forse, non auto– noma. L'unica traccia che non possiamo se– guire è l'osservazione delle condizioni storiche e sociali dell'lmpcrQ nei pri– mi due secoli della nostra era, e i ca– ratteri con cui il Cristianesimo nascen– te si presentava nei confronti della vec– chia società pagana. In Palestina, una antica religione re– :: :iste.va a ogni nuovo stimolo del mon– do circostante, ir. particolare della nuo– va civiltà ellenistica. Tale reiigione d'altronde, ormai non aveva più altro compito che quello di garantire l'inco– lumità sociale ai gruppi dirigenti; in seguito, t~li gruppi si accorderanno molto facilmente con l'invasore roma– no, che veniva a costituire con la sua forza militare, un baluardi} a ogni pos– sibile attacco di forze popolari. Il popolo ebreo era costituito in gran parte da artigiani, pescatori, contadi– ni, etc., c'erano poi alcuni commercian– ti, più o meno ellenizzati, che costitui– vano l'anello di congiunzione tra il po– tere politico-militare di Roma e il po– tere sociale-religioso dei capi ebrei. A fianco di queste classi, troviamo i «so– stenitori del potere», intellettuali, im– piegati, sacerdoti, che mostravano una certa avversione nei confronti dei Ro– mani (I), ma non si spingevano ce1·10 ::lll'ostilità. Comunque tenevano viva nel popolo l'attesa di un Redentore, il cui compito era visto in chiave nazio– nale e tradizionale. In Grecia era molto più sentita la (1) Mamo 22, 17. distinzione dei gruppi sociali, malgra– do i continui tentativi di stabilire rap– porti più eguagliati fra i cittadini. Si avevano infatti 3, 4, 5 classi distinte, con diversi poteri e competenze politi– che o economiche. Di fronte alla sta– ticità di Sparta, dove si aveva un po– tere politico-economico di origine «a– ristQcratica», noi possiamo vedere in Atene una certa dinamicità, sopraltutto quando le nuove classi ricche (la «bor– ghesia») imparano l'intcrcomunicabili– tà fra le diverse classi, in modo che chiunque potesse raggiungere il potere politico attraverso l'aumento delle proprie capacità economiche. Non a caso Platone parlerà di Qro, argento e piombo a proposito delle classi della sua Repubblica. A Roma, infine, troviamo una socie– tà in stato di disgregazione per il fal– limento dell'organizzazione sociale CJ·eatasi durante la Repubblica. Al ver– tice della gerarchia politica, sociale, militare, religiosa, vi era l'imperatore, circondato da una corte di militari, grandi sacerdoti, senatori, nobili: que,. sto gruppo si era creato al momento in cui il tradizionale antagonismo su cui si reggeva la repubblica {patriziato– plcbc, aristocrazia-democrazia) era en– trato in crisi, favorendo la nascita, in entrambi i campi, di oligarchie che potcv::rno disporre di enormi capitali l'assalto al potere. Intorno a queste digarchìe si erano formate clientele di parassiti, agit-prop salariati, 1:,,,uardic del corpo, che abbandonavano ogni at– tività produttiva. Le continue guerre spopolavano le campagne, i veterani cacciavano i piccoli proprietari, gli schiavi sostituivano al lavoro salaria– to, ogni giorno masse di contadini af– fluivano a Roma, ingrossando le file dei disoccupali, una nuova classe che 587

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