Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965

Ma c'è da chiedersi - per concludere il nostro discorso - se questi segni di reazione contro l'attuale tendenza totalitaria dei gruppi di potere della no– stra società, congiunti alla ripresa organizzativa degli anarchici, diano ai me– desimi possibilità ragior.~voli di ridiventare un movimento popolare, così come lo furono fra la fine del secolo scorso ed i primi del corrente. Alla domanda non ci sembra di potei· cl2re una risposta affermativa. L'anarchismo ebbe, oltre mez– ,:o secolo fa, una vitalità cd un valore vcramcnl:! popolari, nel quadro generale delle istanze liberali e rivoluzionarie che dominavano quel periodo. Ma l'azione diretta e la lotta rivoluzionaria comportano un eroismo che non è dell'uomo medio. P:::rciò, quando il suffragio univer-;a!e, le centrali sindacali cd i pa1·liti di massa aprirono la via ciel riformismo e del parlamentarismo, l'epoca dell'a– narchismo popolare tramontò. Da allora, solo nel corso di occasioni particolari gli anarchici ebbero la po.;sibilità di influire direttamente sulla storia del no– stro paese, ridiventando movimento popolare: durante la Settimana Rossa, nel primo dopoguerra, subito dopo il 25 aprile 1945. In altri termini, dal momen10 in c11i il riformismo cd il parlamentarismo aprirono alle masse una strada meno tribolata (anche se assai più lunga e per certi versi realmente illusoria), il Movimento anarchico ebbe possibilità di af. fermazionc diretto. sugli avvenimenti, 1rascinanc\o le masse popolari sul terreno dell'azione libertaria, solo nei momenti cli crisi del potere coslituito e dei gruppi che agiscono alla base di esso. Gì..icchè in questi momenti, la via riformistica è considerata del tullo insufficiente e anzi iilusoria dalle masse popolari, che ricorrono con entusiasmo alla via eroica e rivoluzionaria. Orbene, che in questi momenti l'azione degli anarchici abbia concreta influenza sui movimenti popola– ri ccl effetti permanenti di concreta propaganda realizzatrice (si ricordino le collettività agricole spagnole del 1936--37)dipende in primo luogo dalla loro effi• cienza organizzatirn, dalla attualità dei loro metodi di propaganda, dalla loro capacità di affront<lre i problemi che man mano si presentano alle masse popo• lari, prospettando di volta in volta soluzioni libertarie. Per quanto riguarda la possibilità del Movimento anarchico di influire diret– tamente e visibilmente sugli avvenimenti nei periodi di intervallo rivoluzionario, ci sembra pertinente, quanto Malatesta scri,·eva in Umanità Nova nel settembre ciel 1921. «E' cosa ;:irovata che date certe condizioni economiche, dato un ceno ambiente sociale, le condizioni intellettuali e moro.li della massa restano sostan– zialmente le stesse e, fino a quando un f: :t.to esterno, un fatto idealmente o rna– t'.!rialmente violento non viene a modificare quell'ambiente, la propaganda, la educazione, l'istruzione res1ano impotenti e non riesc0no ad agire che sopra quel numero d'individui che, in forza di privilegi naturali o sociali, possono vincere l'ambiente in cui sono costretti a vivere». In altre parole, durante questi intervalli, il Movimento anarchico resta praticamente incapace di esprimere una azione politica efficiente, r:!sta un movimento di opinione e di formazione liber– taria, che irrobustisce le sue forze e le organizza e le moltiplica, in attesa delle occasioni favorevoli, delle occasioni rivoluzionarie; le quali sono determinate da motivi a volte apparentemente inconsistenti e da forze che certamente non possono essere calcobte con i bollettini del censimento. GINO CERRITO 574

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