Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965

Jono alb radice della costituzione del gmerno medesimo (parlamentari, magi– s:1·:iturc, capitalisti, prelati, partiti politici e in genere tulli i gruppi privilegiati, eh? pesano sul popolo estraniandolo di fatD dalla condotta degli affari comuni, ::mche. quando gli consentono l'illusione di parteciparvi). Ma gli ,:marchici non si limitano all'opera negativa della pura critica. Essi si ~forzano ;:dtresì di additare soluzioni libcrtarie ad ogni prnblcma della vita quotidiana, giacchè la lotta per l'anarchia è in fondo lotta per l'applicazione dell'azione dirctla antiautoritaria ad ogni manifestazione individuale e colletti– va: una lotta che tende alla costruzione di um, società volont2.ria fondata <;ulla libertà e sul socialismo, per la quale essi 'ii rifiutano di dare ulteriori definizio– ni, giacchè essf! esclude per la sua propria ('Sseoza un piano preventivo più o me– no uniforme di attuazione per· tutli i luoghi e per tutti i tempi_ La loro attuale ..izione è perciò educativ..i e rivoluzionaria insieme: giacchè essi sanno che per la via dell'educazione non si potrà giungere a ,·ere costru– zioni di libertà. Le idee nascono dai fatti - essi dicono con il Pisacane -, non questi da quelle: per dare all'uomo la possibililà di influire in maniera deter– minante sull'ambiente, bisogna porlo in un ambiente libero, giacchè la libertà è creativa. Ma su questa strada si erge lo stato, nella cui azione si sommano lUl– tc le rcsistenw e contro cui nulla di decisivo è possibile se non per mezzo della rivoluzione. Essi perciò sono radicalmente rirnluzionari, anche quando si pon– gono in allo di educatori. E pur essendo nemici ddla violenza che è l'arma del– l'autorità, rivendicano g!ì :ittcntatori che sono uscili dai loro gruppi nelle ore di crisi sociale, ad esprimere da soli le sofferenze e la vo!Qntà delle moltitudini oppresse. I principii 2 c11;gli ana1·chici tuttavia si richiamano nella loro azione antiau– toritaria, vennno approvati a Saint-Jmier nel 1872e si concludono con i seguen– ti punti: «I) L3 dìs1ruzi0nc del pote,·c politico è il primo compito del proletaria– to; 2) ogni organizzazione del potere politii.::o sedicente provvisorio e rivoluziona– rio, per realizzare quella distruzione, non può essere che una frode di più e. sa– rebbe pericolosa per il proletariato quanto i governi oggi vigenti; 3) respingen– do ogni compromesso per giungere al compimento della rivoluzione sociale, i la– voratori di lutti i paesi devono stabilire, al di fuori di tulla la politica borghese, la solidariet3 dell'azione rivoluzionaria». Il caratlere profond3mente antiautoritario che distingue il MovimenlO anar– chico da tutte le altre organizzazioni politiche, era alla base, ieri, di tutto il so– cialismo italiano, che com'è noto nacque anarchico, affermandosi straordina– riamente dal 1871,per !influenza esercitata sui democratici del nostro paese dal– la Comune di Parigi. Eredidanclo dal Risorgimento j metodi di lotta politica e rifacendosi all'i– deologia del profugo russo Michele Bakunin, i socialisti italiani consideravano l'Associazione Internazionale dei Lavoratori, alla quale aderivano, come un'or– ganizzazione ;.mtistatale e antiborghese, il cui ideale della rivoluzione preva!eva sugli interessi di classe, come fatto che doveva iniziare una nuova civiltà per il vantaggio di tulli. Essi predicavano la propaganda del fatto, che svegliando gli 560

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