Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965

Ci sarà sic11ra111enlechi vo111ificherlÌ che la rivollti imlivitl11ale, il rifiuto dell'ùuli– vid1t0 è sieri/e. lo 11011 lo credo. Credo i11vece che J)roprio nel risveglio della co– scie11za critica def/'i11divid110, nella sco– verta che è in suo l'0tere di acce/lare o 110 certe cose, nella decisione del/'i11divi– d110,di 11llti gli individui di 11011 ricono– scere J)ÌÌI a 11essw10 il diritto tli disporre della loro vila e della loro morie, in q11e• sto sta l'w1icll possibilillÌ di uscire dal vi– colo cieco di violenza e di ingiustizia in c11i si sono cacciati gli uomini, /ascfrw– dosi leg<ire mani e piedi a maslodontici meccanismi di potere che sfuggono al lo– ro controllo. IVO l)ELLA SAVIA PERCHE' RIFIUTO IL SERVTZIO MILITARE Per spiegare il mio rifi1110 di e servire la Parria in Armi» devo prima spiegare cosa è per me questo servizio militare e come mi si presenta per le sue pre– messe e conseguenze storielle; poi, dato d1e /'i11torno sociale, m cm vivo, siste– malicamente 11011ammetle l'obieziotie ai de/lati di citi detiene il potere se non a livello di pura enunciazione teorica, de– vo sr,ieg,ire il diritto di q11esta obiezione costretra a diventare disobbedienza. A1izi1111tovediamo come si presenta og– gi wrn guerra per l'italian'o chiamalo a combatterla. La nostra Costituz,ione im– pone, come sacro dovere, di difendere la putria e garantisce che nessuna guerra \'errà comba1t11ra se 11011 strettamente al fine di difendere la patria stessa: /'italia- 110, attraverso la Costit11zio11e, rifiuta e– splicitamente di combattere se ciò ·non è assolutamente indispensabile alla difesa della patria. Art. 52: e La difesa della patria è sacro 554 dover:; ,lei cittrulino. Il servizio militare è obbligatorio ». Art. 11: "L'Italia ripudia la g:..icrra come str111•1entodi offesa alfa libertà dei vopoli e come mezzo di risoluzione delle con– troversie in1ernazionali ». Fa parte a/lorn di 1ma elementare dì– g,nitlÌ di comporta111ento chiedersi che CO· sa sia questa patria, per cui t<ulfi sono già morti, tanli hanno ucciso, e per cui io stesso dovrei prepararmi ad uccidere e morire, e se sia proprio giusto che a chi si ordina di combattere sia co11te111- porm1eameme negata la capacità di giu– dia1re della indispensabilità della guerra. 10 penso, e 11011 sono cerro il primo nè l'unico, che questa patria sia w, mito, dato che 11011 riesco a riconoscerla iii alc11nchè di storicamente defi11ito e veri– ficabile; in realtà, se posso sonmrnriamen– te e con molti dubbi acce/tare che i,1 altri tempi si sia creduto i11 b11011a fede di scoprire (J11es10e111e mistico con un valore assol1110 superiore alfo stessa vita 11111ana e lo si chiamò patria, sono con• vinto che oggi ci si avvale freddamente di q11esto mito per covrire ciò che in realllÌ si vuole 11wnte11ere a t1111i i costi i11 piedi: cioè 1111 istif11to di potere. /.,a vita sociale è o,·ganiz.z,ata mediante w1 accentramento di quel potere che ogni individuo Ila per 11alllra: ciascuno delega (liberamente o no questo è da valutare a parte) w1a aliqtwta imponeme del pro– prio potere ad un isti111to cenrrale ret/o da rappresentanti: questo istituto copre col potere così acquisito w1 determinato territorio e si clliama stato. Sono cm~– vi11roche con la molivazione della patrili mi si voglia in realtà indurre ad uccide– re per difendere la esistenza dello stato a c11isono soggetto e che è evide111e111e11- te solo una delle possibili organizzazioni e probahilmente 11evp11rela migliore. Non

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