Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965

PROBLEMI N0,,1'/l.l Organizzazione utoritaria e organizzazione anarc~ic Circa le obiezioni sollevate da Vellucci nel 11. 5 di " Volontà ~ 1965 al mio scrit– to apparso sid n. I della stessa rivist,i ed avente per tema l'organizzazione autorita– ria e anarchica, cercherò, oltre a rispon– dere, di chiarire ulteriormente il mio pensiero. Nel • Mo1,i111eu10anarchico ,, vi sono dei miliwnri che sono avversi all'orga• ni:.zm,ione, quasi che organi7..zazionc e au. torità fossero 1111 vocabolo unico od un binomio inseparabile; ciò a parer mio non è esatto e spero che lo sia anche per coloro che, con me,ite aperta, vorranno rivedere questa negativa val11tazione del vocabolo: organi,:zazione. Se le forme di organizzazione, nella so– cietà, hanno in prevalenza un caral/ere autoritario - il che, purtroppo, rappre– senta uno stadio ancora primitivo di ri– soluzione dei rapporti umani - ciò non vuol dire che, per l'avvenire, le forme organizzative 11011possano evolversi in senso libertario ed anarchico. Per poter essere preso in seria. consi– derazione nei suoi postulati, l'anarchismo deve chiarire e dimostrare la validità e concretezza delle forme organiuative a– narchiche, innanzi tutto come movimento « polilico », poi negli orientamenti s11g. geriri al corvo sociale s11i vari pro– hlemi. stmliati ed analizzati con la migliore competenza possibile. Qui entra– no in campo i « Collertivi di Studio " sui vari problemi elle dovrebbero fornire al movimento il materiale per w, dialogo continuo col pof)olo o, perlo111e110, co11 la parte più sensibile di esso. E' fuori discussione che llll movimen– to anarchico deve organizzarsi co11 meto– di e sistemi anarchici (cioè antiautoritari) e non deve in nessun modo avere il bi– sogno di scimiouare metodi autoritari, dei quali già sappiamo la negatività. Se, affrontando i temi organizzativi, taluni sentissero il bisogno di inserirvi una cer- 1a dose di autoritarismo, credo che sa. rebbe meglio accantonare il problema per 1e111pipiù maturi sull'argomento. An– che la parola « Collettivo,. viene da cer- 11mi affrontala col bicarbonato di soda ed associata all'annullamento individua– le; è un argomen10 che va riesm1i111a10e valutato con più obieuività. lo Hùn crelio, per esempio, che 11n gmppo o collertivo di ingeg11eri che si associano nello studio di mr deter111inato macchinario, per trovare la soluzione dei vari problemi ad esso inerenti, perdano alta fine la loro personalità; la vita 11!0· derna, con la sua molteplice e complessa evoluzione, richiede lo sforzo delle intel– ligenze associate, ed in ciò 11011 vedo men_ nomazione individuale, ove le forme asso– ciarive siano fatte su wr pia110 di parità tra gli i11divid11i. Senza abbandonare il suo carattere ri– voluzionario e senza sottovalutare l'im– portanza dei periodi sociali a carattere rivoluzionario, un movimenro mrarcltico cleve (a parer mio) superare i11 certuni quell'atteggiamento di attesa della rivol11- zio11e purificatrice e livella1rice, elle tlallll 443

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