Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965

del libro si spiega110 con la sensihilità del vecchio rivoluzionario per le cose di w1 pqssaro mai cancellato dalla sua memoria Nonostante l'età, Malatesta rimaneva il "Beniamino" di sessant'anni prima, ed il libro del Bacchelfi, cosl vivace e fantasioso per la parte artistica e letteraria, deve essergli sembrato un raggio di sole 11ei grigiore q1w1idia110detfa solitudine coalta. Poi, senza fa polemica transatlan.tica con Luigi Ba– kimin, la prima edizione del lihro, nel 1927, 11011 scopriva l'animo "antianarchico" del Baccltelli e gli accenti carica111rati potevano essere variamente interpretati. Malatesta, del resto, era !lii 11omo capace di grandi ind11fgen:.e: uomo di gran cuore.' Soltanto 1111 anno prima, nel l11gliodel 1926. in « Pensiero e Volontà• di Roma, a proposito del cinqiumtesimo mmiversario della morte di Michele Bakunin, aveva scritto: « Sono dn– quanl'anni che Bakunin è morto, quasi cinquantun'anni da quando io lo vidi l'ultima volta a LugJno gò colpilo fl morte dall'infcrmittt e ridotto l'ombra di se stesso (egli mi diceva tra il scrio ccl il faceto: « Caro mio assisto alla mia dissoluzione»), eppure il solo pensare a lui riscalda ancora i! mio cuore e lo riempie di giovanile entusia– smo (4). In questo vensiero, ~critto prima del cader della notte fascista, si incontra il significato preciso delta "co111111ozinne"di Malatesta, lettore dì Baccllelli. "l,'inte– resse" di Malatesta, per il libro era, senza dubbio, 1111 fatto emozionale legato a circo– sta11ze particolari che nort potevano certo sollecit,ire una protesta di carattere mnrale, quale fece lui1:.i Bakunin nel 1927 o rii carattere storico-morate quale probabilmente fece Max Ne1tlau nel 1929. Con alct1•1!. brevi ma essenziali, estraili de/ monologo transatlantico con Luigi Hakuni11, (nel libro non è vresewato lo scritto apparso su <: Nosostros ») cercheremo di dimc•strare la "prevem.inne" dello scrillore cantro l'idea. politica di Michele Ba• k1mi11che giunge alla concfllsione '"deformata" della sua personalità storica e politica. I.a. lettera di luigi Bakunin. scrive Baccliellr, « ... mi ha ricordata la nofa che. alla lelllira dei testi teorid degli :i.m,rchici, mi fece giurare, finita la preparazione del Dia volo, che di anarchici non ~wrèi mai più letta una riga"· E questo è giusttficato in un romrm:il're senza vocazione di studi politici e filosofici, se non aggiungesse subito: « I! dottor Bakunin crede di dir (lualcosa quando parla di (redimir a la Immani/ad), e par chE""non .sospetti qual pallone di carta - la letteratura: democratico-umanitaria utopi– s11ca e sentimentale - anch'egli dia fia10 a gonfiare». Queste cose, scritte nel '1929. hanno 1m va/,irc particolare; una specie di attestato di lealismo fascista. Proprio in queli'anno, il regime si preparava a pe,fezionare con il "referendum coatto" l'opera quasi compi11ta della distruzione d'ogni valore sociale democratico-w11anitari.o ecc. ecc. Ogni 1101110, tllttavia, nella società in cui vive segue 1111 suo disegno particolare: « Facile protezrn: l'arrivo di Bacchelli alla greppia accademica», scrive Arrigo Ca. jwm tra i smii " Pensieri di un liberLino ». « A questo proposito rimpiango l'andata in di~uso di ct·rti vecchi termini: per es. le "M,llve", voce sotto la quaJc si designa– vano i conservatori, era <;tupenclamentc appropriata. ( ... ) Ci aggiungerei volentieri le "cornacchie". 1::pitcto col quale noi piemontesi indichiamo i preti" (5). (4) • Pensiero e Volontà•• I. Luglio 1926. (S) Arrigo Cajumi: • Pensieri di un Libertino• (Einaudi. 1950). cap. VII. • Le anime morte.,. (1941). 440

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