Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965

terminato dalla par1icella negativa in. do-europea a secondo la quale è pre• supposta la elisiru.donc per poter giun– gere ad esso. Il termine « anarchia ,. lm1>lica la dlslrmJone dei sistemj estcr. ni coercitivi, essendo appunto questi contrari all'autonomia della volontà 1>crsonale e capaci solo d'alimentare l'eteronomia, che si oppone formalmen• te all'imperativo categorico in sede di ragione pratica, e quindi alla vera e 1>ropria legge morale, non determinata dal .. mos » ma dall'accellazione libera e volitiva di ciò che l'umana psiche sente prorondamenle come consona al. l'Idea del Bene. Come ben si vede, dal personalismo autonomico di Emanuele Kant si retrocede all'idealismo di Pla– tone, ch'è poi l'idealismo che più si avvicina al vero realismo, avversario accanito del falso realismo che l'uomo comune l'i!icne invece come vero. La parola anarchia ripugna ancora alla maggior parte delle genti che, av. volte in un'atmosfera di prepotenza, si sentono impedite a :scavare nel profon– do per rnvvivare l.:t favilla del fuoco eh..:: cova nel loro essere, il che ha creato in loro una neghittosità spiri– tuale. Anarchia dovrebbe pertanto si• gnilìcare, per coloro che hanno a cuo– re le cose dellQ spirito, • archia », si– gnoria della parte interiore della co– scienza umana su quella esteriore, il che vuol dire che il pensatore anarchi• co non potrebbe oggi che proclamarsi un • deontologo •, un servo dell'ideale, il quale mira sostanzialmente a que• :sto attraverso l'educazione popolare e l'insufflamento d'una coscienza cosmi– ca, diretta idealmente verso un'armo– nia di lullo quanto l'esistente. Jn ulti– ma analisi, anarchico si potrebbe chia– mare il Cristo stesso e, oltre cinque• cento anni prima di lui, il Buddha, giac• 436 chè en1rambi :si oppos~ro ali'• cccle– sia» in senso esteriore e canonico. Non lasciamod impressionare clallc e• spressioni ev.:tngcliche e, in maniera particolare dal famoso detto « Tu es Petrus et su1>er hanc petram acdificabo ecclesiam meam '», frase che risulta cri– ticamente interpolala, giacchè non è affatto certo che Pietro si allontanas– se molto da Gerusalemme cd è pro– babile, come foce a suo tempo notare .:1nche il Labanca, non oltrepassò An– tiochia. Inoltre, anche il • date a Ce– sare quel ch'è. di Cesare non è da considerare com.! l'ammissione, quale generalmente si crede, ma come la condanna spirituale del cesarismo. Il Buddhismo si oppose al Br3.hmancsimo più che altro pe1· la questione delle «caste». li fatto si è che l'anarchia è fonda– mentalmente basata sul predominio dell'intcriori1à sull'esteriorità; sopra un do,·ere interiormente sen1i10 e li– beramente accettato come l'im1>erativo categorico del Kant, cioè sopra la ve– ra e genuina legge morale, dando alla moralità il senso univers~fo ci1e le compete oltre l'esperienza sensibile. Legge morale che rispond~ alla Ragio– ne contemplala, come dovrebbe esse– re, in senso universale. D'altro c.in10, l'anarchico ha cd avrà sempre dalla sua un ratto a cui an• che ia persona incolta dovrebbe rivai· gere l'attenzione: perchè l'uomo, per procedere sulla via dello sviluppo e dell'arricchimen10 spirituale, dev'esse– re •comandato» e non sem1>licemen• te •educato» da uomini come lui? Nel primo caso, si pone Un;l socialità come complesso quantitativo e non qualitativo (fra le due categorie di quantità e qualità c'è un'enorme diffc. renza graduale) che s'impone all'indi-

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