Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965

Lungro (Cosenza). Appartcngonu pure al Monopolio le saline di Carloforte e C:1gliari in Sardegna. Inutile :1gg:iungere che b libcr:1 im1>or1azionc di ~aie dalla S:1rdcgna e dalla Sicilia in continente è proibita. Il con1rollo è severo e :.piega il numero elevato di agrnti cli polizia e finanzieri che fanno gli inquisitori ,pccialmente sulle navi traghetto che vanno <b Messina a V!lla San Giovanni. Pcrchè, come scrive Leo– nardo cia~cia nel suo Le parrocchie di Rcgalpetra, «c'è gente che si paga il prc//O della I raghettala e qu;ilcosa guadagna, portando dalla Sicilia in Calabria (o più oltre: a Rom:1) un pò di ..;ale1> (p:lg. 154). Il ~ale «italiano» costa infatti il doppio di quello siciliano se ranìn:-tto ed il triplo se «grosso». Alla vigilia della seconda guerra mondiale, la produzione statale di sale, ncllc due forme naturali, ;,i prescnrnva così: a Ccrvia 21.000 tonnellate; :.l C;,>macchio 19.000 a T .trquinia 4.000· a M~rghcrita di S. 115.000 a Ca2\iari :::Carloforte 162.000 a Volterra 295.000 ;t Lungro 10.000 Ncll'immedbto dopogw.:rr~1. la prortuzionc cli S::\11... ripre-;e ientamcnte, a ma– no a m~1no che i danni -.ubiti dalle 'ialine dtir~nle le: osli!ità venivano riparati. Co:.1, nel maggio 1946, si fil gi~ in grado di abolire il razion::tmento (200 grammi ::li nw-;c a testa, razione ncttame,lle insufficiente per l'organismo). Nel 1955, le saline di "Cagliari e di Margherita di Savcia producevano 5 dei 6 milioni cli quintali dcll..i oroduzione totale ,lei Monopolio, coprendo così da sole l'intero fabbi,;ognc nazionale. Contemporaneamente, l'esportazione aveva puri.: ripri.:so. Pur tenendo conto delle nuttuazioni annuali dovute ad una sta– gione piu o meno favorevole. la produzione del dopoguerra è ormai all'incirca la !-.tc..,~.:i che poteva vantare il Mor,opolio itali.:ino nel 1939. La produzione meridionale Se ~i esclude la salina marittima di Margherita di Savoia (la più importante dell'Italia continentale) e la miniera di ,;algemma di Lungro, entrambe, come si è \ i<:.to,di proprietà statale. occorre scendere nell'Italia insulare per trovare il prob!.:ma del sale, un problema c<;scnzialmente meridionale. E' nel Sud infatti e nelle due grandi isole italiane che si trovano le imprese pri,atc dell'industria salinaria. Se in Sardegna si fratta soprattutto della grande <:.alina marillima cli Cagliari, vicina dell':-"dtra appartenéntc al Monopolio, in Sicilin. tulle le S'lline (di media e piccola importanza) e tutte le miniere di ..,a\gcmma appartengono all'economia privata. la prodt11ionc siciliana di -;alm:1rino (una media cli 200000 tonnellate an– ncc, pari a 100 chili di sn.lc per ogni metro quadrato di «c::tsclle salanti», le quali rappn:<,cntano ci1·ca 1/7 della <:.upcrfìcie delle «caselle evaporanti». Il calo do– ,·uto alle intr!mperie ruò es-.en.• \'fllutato Hl 10.15%) dipende dalle saline (una 412

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