Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

cetto quella di essere un lavoratore appancnentc al ramo al quale si chiede l'ingresso. « La base di ogni accordo di tipo locale, regionale o nazionale, è sempre « l'assemblea generale del sindacato, alla quale possono partecipare, pro– « porre, discutere e votare tutti gli aderenti. Le risoluzioni sono adotlate « per maggioranza, attenuata dal voto proporzionale» (12). Ci troviamo dunque davanli qualcosa di non specificamente anarchico, ed è naturale poichè la C. N. T. non è un'organizzazione specificamente anarchi– ca: Un altro punto importante è l'autonomia al livello del sindacato: i sindacati costituisconQ delle unità autonome, al di fuori degli accordi adottati nei congressi nazionali: non si può dire la stessa cosa di tutti gli altri sindaca– ti oggi esistenti. Questi sindacati, alla base, sono dunque ·liberi di prendere qualunque decisione credano migliore, alla condizione naturalmente che non sia di carattere contrario all'insieme organico. Ne abbiamo un esempio tipicQ: il 23 giugno 1934, la federazione regionale delle Asturie effettuò un accordo con la U. G. T. cd ottenne la sua completa iibertà d'azione per realizzarlo, quando in principio la C. r-J. T. era contraria all'azione con la U. G. T. e quando le sue proposte d'azione con la U. G. T. non erano state adottate al livello della C. N. T. E ciò, anche se in seno alla Federazione regionale delle Asturie (che ac– cettò l'accordo con la U. G. T. per ragioni di carattere locale, poichè in questa regione la situazione era sempre panicolare e il movimento aveva sempre un carattere più unitario che nelle altre parti della Spagna) vi fosse una Federa– zione - la Federazione locale di Felguera - che seguiva la linea nazionale della C. N. T. Come si vede, i compagni della C. N. T. non avevano timore di prendere posizioni che a prima vista potevano sembrare contraddittorie fra loro, mentre, in sostanza, erano il riflesso di una situazione locale che, stori– camente, corrispondeva a qualcosa. Infine, un ultimo esempio: la Colonna Durutti. Le informazioni delle quali qui facciamo uso, sono tolte da un opuscolo scritto da un membro della colon– na che si chiamava Karl Einstein, un nipote del piì.1celebre Einstein. « L'organJzzazione della nostra colonna non è nè militare, nè burocratica. « Essa è nata organicamente dal movimento sindacalista. E' un'associa. « z.ione rivolurionaria e non è una truppa. Noi formiamo un'associazione « di proletari oppressi che lottiamo tutti per la libertà. La Colonna è « l'opera del compagno Durutti che ne determinò lo spirito, e che ne di• « fese, fino a11'ultimo momento, la sua essenza libertaria. Cameratismo « e disciplina volontaria fonnano la sua base, e il suo fine è il commù– « smo (13), nient'altro» (14). (11)-(12). PEIRATS: e La. C. N. T. en la Rcvoluci6:i E:,paiiola • (1953). (Il) • Naturalmente, si parla del comunismo libertario. 337

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