Volontà - anno XVIII - n.5 - maggio 1965

Non parliamo poi della suggestione e$ercitata perennemente dal costume che regola tulla la vita, che impone gli ~1sipiù assurdi, i tabù più bislacchi, sen_ za che neppure riusciamo ad avvedercene - ed è capace pe1-fino di suscitare gioie e dolori. Anche i nostri sentimrnti intimi possono talvolta essere alla di– pendenza del costume, il quale comanda in certe cii-costanze di piangere, in al– tn· di rallegrarsi. Ne abbiamo, per esempio, una prova nella diversità di rappo.-ti tra genitori e figli in Oriente e in Occidente. Nell'antic2 Cina era considerato un fatto ovvio che una figlia se ne andasse di casa per fondare la ramiglia, cosa che implicava la necessità di volgere completamente le spalle alla sua. E, perciò, nessuno sof– friva di questo .Invece se la casa fosse stata abbandonata dal figlio destinato a fondare la ramiglia sotto il tetto paterno, scoppiava una tragedia domestica, e tutti si abbandonavano alla disperazione. In Occidente, in casi analoghi, acca– de esattamente il contrario. «Il se pcut que Ics pensécs, Ics espoirs et Ics craintes d'un homme soient de– terminés de l'exterieur J)ar !es autorités qui règnent sur l'éducation» (1). E la suggestione esercitata dalla folla? Non vale sapere che la rolla è una belva scatenata, nella quale l'individuo mette in luce, sicuro dell'Jnonimato, la parte peggiore di sè, e perde ogni senso di responsabilità: il numero ha sempre il potere di costringere il singolo a gri– dare «abbasso» o «evviva», e a comportarsi in conseguenza, senza tener conio del proprio giudizio personale, anche contro i snoi interessi e la sua intima vo– lontà. A questo proposito mi accadde una voha di osservare che le grandi catte– drali affollate non possono esser propizie al raccoglimento e alla meditazione. Ma un «competente» corresse subito il mio giudizio affermando che la fede è tanto più viva quanto più il tempio è vasto e popolato, perchè nella folla l'uomo è <,empre più disposto all'entusiasmo religioso che nella solitudine. Giacchè lo. moltitudine costituisce un incoraggiamento mediante quello che Emanuele Gen– naro chiama il «conforto colleuivo», il «consensus gentium». «Questo elemento costituisce un aspetto rianchcgglatore per meglio sorreggere la fode di sicurez– za quando, in generale, si avverta che questa è costretta ad essere piuttosto de. bole. Esso infatti si trova sempre quale componente della RELIGIONE, in quan– to rappresenta la garanzia sociale della fede individuale ...» (2). 290 Naturalmente tale entusiasmo può rendere l'individuo capace di grandi of- (I) B. Russe li - J\la conccption du monde - Paris, 1962 • pag 73. {2) Cullo dl'i miti e realtà dl'll'uomo • Gcno\'a, 1962, pag. 41-52.

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