Volontà - anno XVIII - n.4 - aprile 1965

pubblica utilità; cd infine era stato dato l'appalto dei bvori, superando le ultime poco chiare diftìcoltà che :wevano ostacola10 l'operazione a Palermo. Passò invece la primavera del ·61. si arrivò all'estate. Della diga, niente. I tecnici della Vianini erano spariti. « Ma la diga vero la fanno?» si· chiedeva la gente. Il 26 agosio 1%1 si tenne a Panmico un convegno sulla diga, presente il Presidenk della Regione Siciliana, on. Corallo. La diga, concludeva il convegno, si doveva fare; i proprietari dei terreni da cspropri.:rsi dovevano essere giustamente pagati. E la prc• senza del Presidente della Regione scmbrnva avallare l'ipotesi che si fosse finalmente giunti in porto. Ma i ,·erbati di consistcnz.i dei tcrreni d<1espropriarsi, per stabilire il giusto prezzo di riscatto, non erano stati fatti. Su quali basi reali si potevano portare avanti le trattative? Si avvicinuva l'inverno· se queste prn1iche indispensabili, che interessa– vano oltre seicento piccoli proprietari, non venivano ;:ivviatc e concluse, neanche nelhi primavera del '62 si sarebbe potuto incominciare la .::ostruzione della diga. Cresceva la penalità che !o Stato avrebbe dovuto pagare alll'l. ditta che non aveva potuto ini ziarc i lavori; pass,wa il tempo e racqua continucwa a sprecarsi a mare, mentre mi– gliaia di uomini dei paesi del Golfo di Castellanmre interessati alla diga emigravano al nord, all'estero in cerc.l di lavoro. In data 20 ottobre 1%1 il ministro Pastore rispondeva ad una nostra lettera as– sièunmdo che la C:i.ssa rcr il Mezzogiorno aveva dato e ,wrcbbc continuato a dare tutta la dovuta assistenza per la più ;')ronta e <;oddisfacente soluzione della vertenza in corso. Ma niente si muovcv.1. Nel tempo successivo Danilo Dolci si n:cò a Roma, quasi ogni mese, per seguire più da vicino la faccenda. Dai colloqui avuti con alti funzionari deill'I Cassl'I. ebbe nuove assicurnzioni: il problema della diga, si diceva. era in via di soluzionC'. Da ciò la decisione di non dare inizio alln fine del novembre '61 a una forte pressione dal basso. Le dirlìcoltà parevano risolvibili per vie normali. Ma nel luglio '62 la situalione era ancora ferma, nonostantC' le assicurazioni, nono– stante le promesse. Anzi. peggiora\'a; si metteva in forse la costrnzionc della diga: qualcuno facevn perfino ~irare la voce che « la popolazione avrebbe buttato delle bombe contro lu diga se questa fosse incominciata». Era necessario agire per cercare di contdbuirc dal bl'lsso a sbloccare la situazione: anche per dimostrare pubblicamente come la popolazione locale capisse l'urgenza e la necessità della diga. Gio,,edì 26 luglio 1962, ore IO lncontriarro due alti funzionari dell'FRAS. Uno di questi ci dice: " E' vern che dalla Cllssa per il Mezzogiorno sono state falle pressioni perchè si inil.inu i la1·ori della digli e si aprano a Par1inico e Balestrare due Centri di assistenza tecnico-,igricola. Ma ci sono state anche infnP11111it1e11?..e politiche contrarie; e per quanto riguarda i Centri di flssiçtenza tectiica previsti per facilitare il futuro asses/a– menlo agric•J/o irriguo, pcrchè awiarli se non c:;J è sicuri che b diga si farà?"· Nel pomeriggio Da fonti di solito ottimamente informate, .'.\bbiamo saputo che nl\a ditta Vianini appaltante, già snrebbero dovuti quasi 400 milioni per i cbnni derivanti dal ritardo 198

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