Volontà - anno XVIII - n.4 - aprile 1965

Culturasotto tutela M ENTRE Ili 1>ropaga11da governatil'<1 co11tmaa ad esaltare, per mezzo della stamp,1 delfo e radio, le nostre isriwzioui democratiche intese a difendere la liber– là e a 111tt!lare i diritti delfa perso11a 1t· mana, che debbono essere considerati in– lUngibili, 11011 è in11tile portare a cono– scenw del pubblico che, in questa nostra felice democrazia, sussisto110 leggi del tut– to c.nti·democratiche e contro Io spirito della Costi111zione, riguardanti un settore che, più <li og11i altro, richiede rispetro e Iihertà: la cultura. Tale il R. Decreto 24-10-1907n. 133 (lllt– tora in vigore) che apvrova il regolamento organico delle biblioteche ptibbliche go· vernative (Gazzella Uff. 4-12-1907 n. 286;. Art. 21 2 comma: « E' data facoltà ai capi delle singole biblioteche di non rife– rire nel catalogo alfrbetico i titoli dellè piibblicazioni di scarsa importanza per gli sltldiosi, che si le11go110ordinate per clas– si o per gruppi»_ Art. 118: « Senza il permesso del capo non possono esser dati in lettura i ro– manzi, i giornali politici non ancora legati, e tulti i libri di frivolo argomento o di mero passatempo_ E' vietato dare in leu11ra libri immorali o accompagnati' da disegni osceni, tranne il caso che il capo riconosca che sono nece~sari per w1 determinato studio let– terario storico o scientifico ». Anzit11tto, quale il criterio per stabilire la scarsa importanzo per gli studiosi di una pubblicazione? A questo propasito non c'è clii non veda come, con simile pretes10, ogni arbitrio, morale, politico, religioso, ,,crfino personale, sia reso pos– sibile. Se1iza contare che nessuno può pre• sumere di sapere « che cosa• le genera- zio11i f111urc, fra centinaia e centi11a d'an– ni giiidichermmo utile conoscere e faran– no oggelto della loro indagine. Il non in– serire il titolo delle p11bblicazio11i nel ca– talogo alfabetico equivale a sottrarre tali p11hblicazio11ia11cl1eai posteri, per i q11ali potrebbero presentare interesse anche maggiore che per noi, per l'attrattiva del– le cose lo11tane e per lo studio del co– sr11111e. I 111011aci del Medioevo non avreb· bero certamente mai supposto che i loro libri di c0111abilità e di a111111inis1raziot1e sarebbero diventati nell'avvenire dei « re– gesti,. degni di essere stampati! hwltre come stabilire se l'argomento del libro ricJiie,to debba o no esser consi– daato frivolo? Cli imeressi uma11i sono lanlo vari, prendono direzioni tanto di– verse che è sempre facile giudicare « fri– voli» gli interessi altmi e imporranti i p,opri. E bisogna tener anche presente che tali interessi so110 qua11to mai varia– bili, pere/tè l'uomo cerca la soluzione dei s1wi insolubili problemi s11 vie che sem– pre m11ta110.Per ora, in Italia, le due prin– cipali sono rapprcse11tate dal marxismo e dal cat1olicesi1110, e quindi gli apporti delle esperieme individ11ali'potrebbero es– ser ritenuti «frivoli» e di nessun i11te– res.çe_ Tuttavia, in 1111 domani, in seguito alle inevitabili delusioni, l'umanità potrà anche richiedere altre fonti, cercare altre vie per proseg11ire il suo incessante anda– ,e Ma il vele110 dell'argomento si mostra soprattutto nella possibilità di 11011 con– cedere in let1ura « i giornali politici non a,;cora legati,., possibilità che consente, trascurando la rilegat11rn, di tener fuori circolazione i giornali politici ad !ibih1m delle superiori autorità, e pennette clie 239

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