Volontà - anno XVIII - n.4 - aprile 1965

strumenti nel campo del pensiero e dell'arte. Tutto il partito è una gigantesca a. gcnzia cli pubhlicità che fa avanzare lo sc.:rillorc o l'artista che si piçga alk: «consegne culturnli» emanate da Mosca (o da Pechino); il ribelle non confor. mista dovrà rassegnarsi a realizzare I.a sua oper3 anonimamente, senza alcuna divulgazione presso il pubblico, a mer.o che il partito deciderà di calunniarlo, come p.:r esempio nel caso cli Pastcrnak. Se Barret potesse essere «tradollo» o «adattato» dal comunismo, i suoi libri sarebbero editali a centinaia di migliaia, come un vero «best sellers», secondo l'espressione di moda. Ma In profe-.ssionc di fede espressa nel suo articolo « Il mio anarchismo» non è davvero elusivo, e la sua imprudente sincerità lo con– danna al più completo silenzio. Povero Barret! Neppure è da concepire la spe– ranza che lo prenda sotto la sua protezione il Vaticano, l'.iltra agenzia di pub– blicità moderna, contro deila quale Barret combanerebbe con i suoi sarcasmi. In altri tempi, almeno, i giornali opcrni pubblicavano con una certa rego– lai·ità articoli di Barrct eh~ esprimevano sempre un'opinione, concisa e attuale, sui problemi sociali umani. Ora non più! Si preferisce la cronaca sciatta di que– stioni attuali, o il saggio pedante e pcs3nte - zeppo cli citazioni - la cui man– canza di sintesi e di conclusioni chiare aument:rno la confusione del lettore e rendono possibili tutti gli errori. Si suole rimproverare a Barret che i suoi scritti non possL.:ggono il tono elevato o eroico, ottimist:1 e allegro, che caratte– rizza gli alt,·i scrittori sociali. Ed è, in gran parte, vero. Però Barret era inca– pace di ingannare se stesso e, come di~e Gondiles Pacheco: «Noi lavoriamo fuo– ri; egli lavorava dentro. Noi vediamo i frutt 1 m:Jrci; egli vedeva anche le ra– dici ammalate ... ». Manlennc scmore l<.1 .;;ua kdc per1inace nell'uomo r ta sua speranzosa vi– sione di un mondo futuro cli libertà e cli giustizia e, soprattutto, la sua accesa pietà p.:!r gli umili. In nessun momento il suo i:uore e il suo cervello risentirono dell'infermità dei suoi polmoni. Lo confermano le chiare parole dell'illustre pe– dagcgo uruguaiano Ùlrlos Vaz Ferrcira. qu;:rndo dice di Barret: «Egli fu un uomo di pensiero, di sentimento e di azione. E' l'esempio che son solito portar~ al posto di Anatole France, quando voglio ·dimostrare come sia possibile non essere uno spirito dogmatico, possedere maggiori tendenze al dubbio cd un certo scetticismo a base di sincerità, ed essere, tullavia, un uomo di azione - e di azione nobile e valida - forse più cf-licace e nobile di quella dei dogmatici». Barret non giunse all'anarchi::.mo per risentimento, per delusioni o per meri impulsi biologici, bensì come una logica conclusione del ~uo talento, in armo– nica unione con la bontà del suo animo e con la sincerità virile del suo carattere. La sua professione di fede rafforza magnificamente le nostre rozze intuizioni, i nostri impacciati balbettii, i nostri sv~ntati impulsi. E noi siamo pieni di orgo– glio nel poter chiamare compagno il nostro Barret! (Traduzione di O. S.) J. A. R. 216

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