Volontà - anno XVIII - n.1 - gennaio 1965

li, allargare tanlc menti cd apportare un largo contributo :i.I fa11orc storico, deb• hnno for-,,numcntc rim,:ncrc rinchiuse nei c:issctti. Ma ... come ~i fo? Si sa che noi anarchici :,i :i.mo poveri. e non c'è cer– iamcnte da ~perare nclraiuto d'un Creso c:ipitalista qualunque, nè in quello dei no-.1ri fratelli proletari as~illati dai sacri te,ti marxi..,ti-k!ninisti e che, d'altronde, in <1uesto momento specialmente, hanno alt re galle da pelare ... Il Nclllau nd fare una sintc~i di quel– lo eh~• i..· ~ta10 il fenomeno anarchico nel suo processo ~torico; mostrandoci le dif– fcrcnli concedoni dei suoi 1corici, dei -,uoi propaganclbti e dei milirnnti di ogni n:l7ione e di ogni continente, ci fa chi.i– r.imente comprendere che le sue simpatk \'anno .-1 Comunismo Anarchico, inteso nel senso della più vasta e più completa autonomia dell'uomo e dell'individuo in ~t'no alla Socielà futura. Ma se le sue simpatie vanno ai Bakunin, ai Kropotkin e specialmente al Malatcst.i, e anche in grnn p:ntc ai loro metodi di 1011.1,non ci n;tscondc poi che le Rivoluzioni, dalla rrancesc del 1789 alla Russa del 1917, (pagg. 19, 20) non sono state di alcun ,antaggio alle nosire idee, e pur ricono• '-Cendo alcuni progressi d'indole generale da esse ~ppartati all'umanità, ci dimostra come sono ~crnpre più scivolate verso un.i forma di autori1.1rismo pressochè as.. soluto. E certamente afferma una gran– de \'erità. E' sereno e comprensi,o \'er~o le co:1- ce1ioni ~tirneriane. (pag. 60). Però non 'iOno perfettamente del suo avviso nel ri– lcncrc lo Stirner un socialista, sia pure nel senso che lui intende. Lo S1irner, fu piuttosto un associazionista (e e' è una differenza) e non per questo fu meno a- n;trchico. An,i! Riconoscere con un scn~o di giusta a• marcua, che malgrado l'idea e lo spiri- 58 to i11tema:.iomtlista, la guerra del 870-71, rbus.citò in qua~i tulli i componenti l'ln- 1cn1:11iom1k, le nntiche pasMoni patriol· tichc, e allcrma anche che in un uomo della tempra del i:bkunin 'tigi.)Se vera– met,te il problema della razza". (pag. 136). Molto intercs~ante è l'e~posit.ione delk tre concezioni anarchiche che er.ino cor– renti verso il 1880 (pag. 153). Trovo in– vece piuttosto discutibile la sua convinzio– ne con cui afferma che certi atti indh•idua– li per quanto • dovuti ad un'e.)a/tazioue e– roica, vrodus!>ero 1111 isolamento dell'idea mwrchica da/ ve11siero moderno elle d11- l'll tmcora » (pagg. 154-155) giacchè 11011 credo, come lui crede, che nemmeno ,1 quel momento, ci fossero dei compagni che pensassero che l'a110 indi, iduale fos– Sc l'unica cosa da fare. (E· lui che qui sottolinea). D'altronde sono pcrson;:il– mentc convinto che se gli anarchici ogm qual \'Olla han ritenuto o ri1cngono di fare qualcosa, do\'cssero nne11erc a tul• te le ripercu..,o;ioni che questo qualcos.t Jluo prodmTe sulla massa, finirebbero per non fore piu niente. Si troverebbero nello stesso stato di spirito - mi si per– doni il paragone - d'un essere qualun– que che riflettesse seriamenlc a luttc le conseguenze future, alla vigilia di contrar– re un matrimonio. E' naturalmente vero che la massa non ha mai compreso l'atto individuale - sono d'accordo col Nelllau -, ma non è meno ,·ero che in generale non ha nemmeno mai compreso l'esseri– ;,a delle idee .inarchiche trasmesse a11ra– ,,crso lo scri110 o allravei·so la parola e che, se manifesta il prop.-io disprc;,– ,o ,·erso un Ravachol o verso un assa.)– sino anarchico che ha inteso compier~ un allo di giu,ti,ia uccidendo un tiran– no, manifesta poi lo stesso disprezzo con– tro l'obiettore di coscienza che non vuol divent:lre as~a.Hinu, come essa facil– mente di\'enta subendo quella guerra che

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