Volontà - anno XVIII - n.1 - gennaio 1965

Supponiamo però che esistano consic\c:·cvoli orobabllità di !>uccesso e che siano fondati motivi per ritenere che con una· decisa azione cli violenw, si possano raggil 1 ngcre, in 1;oco tempo, gli ot,iettivi pr~:posti. Anche per questa ipotesi, dobbi"'mo prim:t rifletten ... L'l forza è stata '-Cmprc un detestabile stru– mtnto, e se l'uso di es.sa è cattivo nelle mani di un governo, non cambierà cer– tamente di essenza per il fatto che viene impiegata da una schiera di palrioti. Quando difendiamo la causa della verità, non c'è dubbio che, se esponiamo con costanza e zelo le ragioni che ci assi!)tono, otterremo lo stesso scopo con mezzi molto più blandi e libc-rali. In una parola, è nc;css:trio ricord:lre a questo punto quantQ abbiamo sta– bilito riferendoci alla dottrina della forza in generale, e cioè che essa non va impiegata se non nei c"si in cui ogni altro mezzo ri5ulti vano. In particolare, per quanto concerne b resi!>tcnza :l) governo la forza giammai dev'essere im– piegata se non si verificano c<"sidi estrema necessità, simili alla legittima difesa, quando cioè ci troviamo nell'obbligo di difendere la nostra vita contro gli at– tacchi di un malvagio, qur1ndo non c'è altn.i via cl'11scit11 e quando le const=guenzc immediate possQno esserci fatali. La storia del re Carlo I offr\! istruttivi CS('mpi al rig,mrdo. li disegno prin– cipale dei suoi avversari fu quello di limitare il suo potere entro precisi e stretti confìni. Dopo molti anni di lotta, questo obiettivo venne finalmente raggiunto dal Parlamento nel 1640, senza effusione di s:;rngue (salvo l'unico caso di Lord Straffon.l) e sen1a sommosse. SucC('SSivamente venne l'idea di abbattere la monarchia e le gerarchie inglesi, e ciò era p~lesemente in contrasto con le opinioni della maggioranza riel pac:-se. Ar,nmettendo che <letto proposito conte– nesse qualcosa di altamente meritorio, non per questo fu giusto portare il paese sull'orlo della guerra civile. Ma se si deve evitare ad ogni cos10 l'impiego della forza, di quale natur..i sarà la resistenza che dobbiamo opporre ad Qgni manifestazione di ingiustizia? L'unica resistenza che siamo obbligati ad esercitare consiste nella diffusio– ne della verilà, nel ripudio chiaro ed esplicito di ogni modo dì agire che, a no– !>lro giudizio, s!a contrario al vero interesse dell'umanità. Sono obbligato a dif– fondere, senza riserve, tutti i princìpi che conosco e che sono suscettibili di essere tutti ai mit"i simili; si trntta di un dovere che debbo compiere in tulle le circostanze e con la pili perseverante costanza. Il mio obbligo consiste nel pro– pagandare, commentandolo, il comples'io sistcm:;i dcll:1 verità politica e morale, senza, però, togliere nessuno dei !>UOi termini, col pretesto che possa appa1irc troppo audace o p~irac\ossale: ciò toglierebbe all'insieme qucll;.1 irresistibile e completa evidenza, senza della quale i suoi effetti s<".rannonecessariamente oscil– lanti, incerti e parL.iali. CAP SECONDO - LE RIVOLUZIONI I) - DOVERI DEL CITTADINO - essuna questione riveste maggiore importan1.a di quella che si è presenta.la a molti e che consiste nel decidere 51

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