Volontà - anno XVII - n.12 - dicembre 1964

rivoluzioni, cosl come generalmente hanno avuto luogo nel mondo, costituiscono momenti in cui la volontà e il temperamento della nazione sono stati meno consultati (3), E anche se così non fosse, è fuor di dubbio che ogni governo tende a perpetuare opinioni e tendenze che, se agissero libere dall'influenza di esso, cambierebbero più rapidamente, dando luogo ad altre più perfette. D'ac– cordo con quanto esposto, ne deriva logicamente che la r·clazionc tra il carattere nazionale e il governo nazionale scaturiscono essenzialmente da ciò. Il principio secondo cui il progresso è graduale è da ammettere quindi come certo. Però, dal momento che accelliamo detto principio, è necessario che evitiamo ogni azione contraria allo stesso e che cerchiamo i mezzi più adeguati ed efficaci per accelerare appunto tale p.-ocesso di miglioramento graduale. L'uomo vive in continuo mutamento. Deve diventare migliore o peggiore; ovvero deve correggere le sue abitudini o peggiorarle. Il governo di cui si parla, o incrementer.:t i pregiudizi e le passioni soffiando sul fuoco che li alimenta, oppure cercherà di estinguerli gradualmente. Stando alla realtà dei fatti è piuuosto difficile concepire un governo che abbia questa benefica funzione. Per ~ua natura, ogni istituzione politica tende a produrre la rigidezza e l'immobilismo negli spiriti, mettendo fine al progresso. Ogni tentativo, diretto a cristalliuare l'imperfezione esistente, è essenzialmente pernicioso. Ciò che oggi c.cstituiscc una conquist::i. encomiabile, si convertirà in un difetto ed in in una remora nel corpo politico se si pretende mantenerlo inalterato. Sarebbe desiderabile che ogni essere umano fosse sufficientemente giudizioso per go– vernare se stesso, senza bisogno dell'intervento di una forza compulsiva. E dato che il governo, anche nella migliore delle sue forme, costituisce un male, lo scopo essenziale che dobbiamo perseguire è l'applicazione della minima quantità di governo che la pace della società permetta. Però il grande strumento che de\'e promuO\·ere il progresso degli spiriti, è la diffusione della ,,erità. Tale diffusione non deve essere falla dal governo; poichè, cltrc ad essere estrem,:i_mente diflìcile stabilire una verità infallibile 111 questioni soggette a controversie, il governo è così propenso all'errore come lo sono ?-li individui. In realtà, lo è ancora di più, dato che i depositari del potere tendono ovviamente a perpetuare lo slato di cose esistente, valendosi dell'igno– ranza e della fede cicca chç essi stessi coltivano. L'unico metodo effettivo per la propagazione della verità consiste nella libera discussione; in tal modo gli errori di un singolo sono scoperti e messi in evidenza dalle, acutezza e capacità indag,1trice degli altri. Tutto ciò che possiamo richiedere ai funzionari deJ governo, almeno sotto l'aspetlo ufficiale, è una completa neutralità. L'intervento del potere in un terreno propizio al ragionamento ed alla dimostrazione, è sempre pernicioso. Se il potere si mette dalb pa1·te della verità contribuirà a discreditarla, poichè allontana l'attenzione degli uomini \'erso c~nsiderazioni estranee. Se p1·encle partito per l'errore, anche se non an-iva a sopprimere lo spirito di investigazione-, ouerra l'effetto di contribuire alla tranquilla ricerca dc-lla verità con un tumultuoso urto di passioni... \VILUAI\1 GODWIN FINE DEL LIBRO I!( (3) Cfi-. Ess; i.ys di H\1mc, parte II _ ~aggic, Xli (W.G.). 729

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