Volontà - anno XVII - n.12 - dicembre 1964

ne naturale, spontanea degli interessi in contra:-.to, può condurre alle più di– ~paratc conclusioni. Esso può essere fattore poli1ico di rivoluzione, ma può pure menare alla così detta collabora– zione di classe che è come la collabo– razione del cavaliere col cavallo che lo porta :-.ul dorso; può unire tutti i proletari in una lotta a morte contro la borghesia, ma può anche servire a formare una nuova classe privilegiata, la quale conformerebbe nella ~chiavitl1 la grande massa dei diseredati. Gli ef– fetti reali, che produrrà il movimento operaio, dipendono, secondo, dalle i– dee e dall'azione cosciente e voluta di quella minoranza che riesce ad acqui– stare influenza nel movimento cd a darle la direzione». ocL'insurrezione armata ora il mezzo antico, tradizionale, con cui attraverso tutta la storia gli oppressi avevano sgo– minato gli oppressori » - scri~se nel dicembre del '13 dopo aver partecipato a Milano, accolto con ovazioni trionfa– li. al congresso nazionale dell'Unione Sindacale. Ma o.-a « il perfezionamento delle armi e dei mezzi di comunicazio– ne e la grande potenza di repressione ch'es~o dava ai governi rendevano l'in. surrezione più difficile e si pensò ad al– tri mezzi: l' Ira questi ottl!nnc grande favore l'idea dello sciopero gl!ncrale ». Esso è ceno « il mezzo migliore che noi po~siamo augurarci per lanciare la insurrezione; non solo pcrchè esso im– pegna grandi msase cli popolo su tulli i punii del paese e costringe il gover– no a disperdere le sue forze e può in mille modi paralizzarle, ma anche, e soprat1ut1O, perchè mette avanti fin dal principio la questione economica, ed impedisce che il moto abbia ad e– saurirsi con un semplice cambiamento politico». « Ma bisogna che lo sciopc- 708 ro generale sia fatto allo s(.;Opo insur· rezionale - aggiungeva -; che diventi subito insurrezionale». Non è affatto vero - sosteneva in polemica con la concezione originaria che dello sciope– ro generale avevano avuto taluni sinda· calisti - che esso, paralizzando la vi– ta del paese, sia il sostituto dell'insur– rezione; « esso non è che un mezzo per tirare in piazza le masse, per provoca. re l'insurrezione e facilitarne il sue· cesso». L'Unione Sindacale I1aliana, con i ~uoi centomila iscrilli contro i trecen. tornila della riformista Confederazione del Lavoro, doveva costituire certo, nelle intenzioni cli Malatesta, il fulcro dell'azione insurrezionale nel mondo proletario; ma a condizione che fosse vivificata dall'« ideale». Nel giugno del '13 Libero Merlino aveva scritto su Volontà che il « difetto del sindacali– :,,mo rivoluzionario era l'assenza di ogni idealità nell'azione». E un mese dopo Malatesta aveva negato che il "sinda– calismo bastasse a se stesso» per « lo automatismo degli interessi guidato dall'istinto•. Di automatico nell'orga· nizzazione operaia egli non vedeva che la tendenza a curare gli interessi im. mediati e selloriali, spesso in contraµ· posizione a quelli ruturi o generali. La organizzazione era sì, fondamentale, ma a patto che l'ideale, "che solo sor– passa l'interesse del momento e pre– para l'avvenire•· ne annullasse « le tendenze reazionarie e consenatrici » e consentisse di trarne " il massimo che essa può dare in pro della rivoluzione». L'assillo di creare le condizioni per un moto insurre1.ionale dominò tutta l'attività di Malatesta dall'agosto del 1913. Fu instancabile. Sino ai primi cli giugno del '14 tenne una novantina di

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