Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964

IV Innanzitutto, di fronte alla confusione, diffusa in tullo il mondo dagli zar ros~i, circa quanto viene denominato «comunismo• o •socialismo• - elevando a dogmi ed imponendo col ferro e col fuoco le dette espressioni che vengono ripetute dalla stoltezza del mondo intero conferendo veracità a ciò che è una tragica farsa - sarebbe utile :ion for uso delle due parole, più particolar– mente della parola «comunismo». L, maggioranza degli uomini, atterrita da «quella» esperienza, non ha la capacità di distinguere ciò che è falso comu– nismo statale da ciò che dovr'!bbc essere e, come sarebbe possibile, un vero1 comunismo. Chiamarsi oggi «comunista», sia pure con l'aggiunta di qualche aggettivo adatto a meglio chiarire per non esser confusi con i totalitari russi, significa farsi ugualmente odiare come questi ultimi. Dobbiamo adottare un appellativo che includa la parola «federale», giacchè «anarchismo• non defi– nisce alcun sistema mediato od immediato, bensì un ideale di costante supera– mento mentre oggi è necessario prospettare ai popoli programmi concreti e definiti. D'altra parte, andare avanti verso il nostro ideale, non è soltanto questione di parole. Credo che dobbiamo muoverci dalla nostra organizzazione sindacale per un regime federalistico dentro il sistema capitalistico ed autoritario attuale. Voglio dire che, per sopprimere lo Stato ed il Capitalismo, non è inevitabile sopprimerlo in un sol colpo. Dividere uno Stato qualsiasi in 40, 50 o 60 Stati autonomi federati (se non si vogliono chiamare Stati, si chiamino rcpubblich,;;!, cantoni o come si voglia), senza alcuna classe di potere centrale che abbia autorità coattiva sulle entità federate, ma con un Consiglio federale (qualcosa simile al regime della Svizzera), significa distruggere in parte lo Stato. Se il regime federale (veramente federale t! non come quelli che vengono così chid– mati in America) dimostra l'efficacia del sistema (come, indubbiamente dimo– strerebbe), successivamente si potrebbe giungere ad una federazione di entità più piccole, che è la strada verso l'autonomia municipale ossia della federazione dei municipi. F.. da essa ... Ritengo che questa sia la strada della libertà, la meno costosa, e la più sicura, anche se, beninteso, vi sia da sgombrare la strada con la forza. r regimi cadenti, per falliti che siano, non riconoscono il loro fallimento, nè si arrendono per ragionamenti o min::i.cce, così come le ostriche non si apron0 per persuasione. Voglio cioè dire che cercare di raggiungere questo obiettivo a mezzo di governi-ponti, transitori e di farse elettorali o plebiscitarie, è miopia bell'e buona. Bisogna andar dritto al «fatto», impiegando anche la forza ne– cessaria per vincere la forza dell'opposizione, alleandosi con tutti coloro i quali vogliono colpire questo stato cli cose insoppOnabile. V La risposta al quinto quesito resta assorbita, a mio avviso, dalla risposta data al quesito che precede. uns CASTRO 620

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