Volontà - anno XVII - n.10 - ottobre 1964

DISCORSO AGLI OSCURANTISTI ]! ILOSOFIA storia scienze diritto: il nemico lo trovate dappertutto, miche nel sogtw del divi110Poeta. E il vostro nemico è il pensiero, che sempre ri[letle e non si liquida mai, che restituisce l'informe terra al vostro dio con un sovrappiù di lìbertà che riesce a Hrapparvi e di gi11stizia che si fa con suo pericolo. E' il genio de1f'i,,oui,1, l'inventore delle atomiclle che esso crea, che esso crea e sa anche neutralizzare, e 11011 mi sembra che abbia arrrilmti inferiori a quellì del vostro dio. se i suo~ sono di storia visiva (e non si dà il contrario: è verità, anche se di C~ssm1dra} e quelli del voslro dio sono solt(mto gra11dti, nppicciati a un natus vocis di traclit.km " orec– c/Iiante (e si dà il contrario: ed è soltarlto presunzione); tradizione cl1e la scaltrezz1 facilmente trionfante s11It'ig1ioram.a in fregola di sentimento, e secoli di miseria ed epoche di crisi possono pure arricchire di w1 dio che crei ver sei giorni (e passi) balteZT,ando soltanto di domenica, che discenda sulla terra e proprio tra coloro eh,~ non l'hanno voluto mai riconoscere (e passi pure), verchè secondo il Talmud e ciò che distinguerà l'epoca messianica dai tempi attuali è la libertà delle nazioni•, e infine di una chiesa (arréstati, dunque, sei così... brutto) e q11esta tradizione, così arricchita di creazione incarnazione e chiesa, io posso pure permettermi di capovolgere col diritto romano: Veritas ccdit praesumptioni, la verità cede alla presunzione. Il perlsiero è e coscienza infelice,., è il demone della contraddizione, senza la quale avrete la gora dello spirito e la negazione della vita, anche nella felicità terrena o beatitudine céleste che la "filosofia vi dimostra essere « il contrario della sensazione di vivere"· Dovete rassegnarvi d<lvanti alla filosofia e i11uti1111erlte ve ne lagnerete o la oltre-– passerete, perchè, anche così facendo ma così pensando, non uscirete fuori del suo regno, anzi la invererete voi stessi elle non porete sopprimere il vostro pensiero: se siete entrati nel pensiero potete uscirne so/tante come animali o, tutt'al più, facen• dovi Darwin un trattamerito di favore se non lo dite a nessuno, come e quadrupedi pelosi, forniti di coda e di orecchie aguzze». li pensiero è inquietit11dine insofferenza; è sempre nostalgico perc11è gli manc-1 l'ideale, sempre tale e mai reale; e non siate presuntuosi o pieni di verità, ché il destino può farvi, all'improvviso, una tiratina d'orecchi quando ve ne tornate co•1 le pive nel sacco o un palmo dì naso o wi pugno di mosche e ricevete cosl una fe• zioncina dalla povera foglia frafe, che il vento - è Leopardi che capisce per essa " per tutti - « tornando a volo, dal bosco alla compagna, dalla valle porta alla monti\• gna •. /l caso può farvi felici o già vivi, e l'ass11rdo 11uò farvi angusti o quello che ora siete o ariche peggio. Subirete sempre la filosofia, volenti o no!e11ti, e se 11011 la capite non tentate di mi•wcciarla: di che cosa? di scomunica? Vi sorride come il genio. Dell'inferno? Gi!i lo conosce nei panni della vostra storia, dove scopre continuamente altarini diabolici. Di una crociata? Fate ridere pure i turchi. la filosofia rivolta ciò che sembra più ferm(,, sconvolge istituz.ionì millenarie, con Kant vì stupisce più di Copernico, e se alla fìne deve consacrare, anche con Kant, senza imbarazzo e dopo tanto, soltanto il mistero, quesla è l'ultima sua varala d'or- 579

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