Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964

comprende perchè i marxisti sovietici abbiano paura di questi nuovi movimenti che non sceglieranno probabilmente la via marxista. Ma che i Cinesi non si facciano delle illusioni, poichè essi non sceglieranno probabilmente neppure la loro via! GLI I\LTRJ PROBLEMI In questo scritto ci siamo dimostrati più favorevoli ai cinesi che ai sovie– tici. E continueremo ad essere a favore dei primi, giacchè noi riteniamo anche che debba essere iniziata la libera discussione in seno ad ogni movimento rivo– luzionario degno di questo nome. Noi pensiamo anche che un'organizzazione rivo– luzionaria non può esser giammai una « pedina della scacchiera diplomatica». Possiamo continuare a dire, anche noi, che la Jugoslavia non è un paese « socia• lista», così come proprio i Sovietici (oh, ironia della sorte!) affermano. Allo stesso modo, noi rimproveriamo ai Sovietici il loro smacco agricolo ed indu– striale, conseguenza logica della politica e dell'organizzazione di un paese il quale non ha di « socialista» che il noml!. CONCLUSIONE Dopo quanto abbiamo esposto, non ci si meravigli delle nostre conclusioni. Marxismo sovietico e marxismo cinese sono scaturiti dalla stessa polla: dal socialismo autoritario. L'anarchico non ha dunque alcuna scelta da fare. E' per questo motivo che noi concluderemo dicendo: se abbiamo fatte nostre– alcune critiche formulate dal partito comunista cinese, ciò non ha avuto lo scopo di appoggiare nè l'uno nè l'altro di questi metodi, ma piuttosto perchè, al di sopra delle dispute di famiglia, c'è forse una grande speranza nell'avvenire dc) movimento operaio. JULIÉN STERN (Da Le Monde libertarie, maggio 1964). 377

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