Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964

suo animo. Pare, secondo altre tcslimo– nianzc, che la famosa frase sia stata so1- tanlo lo spunto di un vecchio aneddoto, secondo cui Galileo l'avrebbe. pronunciala olla vista della coda di un cane che era entrato per errore nella sala del $. Uffi– zio. Se l'aneddoto è vero possiamo pensare che il cane, quando fu cacciato fuori, ab– bia abbaialo contro gli inquisitori, come una sorta di difr:sa in favore dell'accusato .. Galileo Galilei è il simbolo della scienza vii tol'iosa e sconfitta nel medesimo tem– po; e tale simbolo nasce nel momento in cui, dOPo quasi un secolo dalla sua mor– ie, la Chiesa permette che le spoglie del Grande siano sepolte nella basilica di S. Croce in Firenze; cioè quando il papato si convinse delle verità scientifiche. Galileo aveva vinto, ma pure. la Chiesa aveva •vin• to•, «assorbendo• nel proprio seno le spo– glie e lo stesso spirito scientifico del ge– ni.ile 1 nnovatore. E' la stessa commedia, e talvolta la stes– sa tragedia, che verrà poi proseguita nei secoli successi,•i. La Chiesa, incominciando dalla metà del secolo XVIII, cioè da quan. do comprese chiaramente che Copernico e Galileo erano nel vero, intuì con allret– lanta chiarezza che da quel momento essa doveva fare tutto il possibile per • armo– nizzare • scienza e fede. Combattere con intransigenza la prima ormai sarebbe sta– to assurdo oltre che ridicolo; e, per una tale armonizzazione, allora non immagi– nava che un giorno - e più precisamente nei primi decenni del nostro secolo - le slcssc idee di Giordano Bruno, soprattutto quelle di un universo •panteistico•, si sa– rebbero presentate di grande aiuto per la teologia dei nostri giorni. Tanto è vero che. dalla moderna convinzione che la re– ligione non sia affatto qualcosa di •con– trario» alla scienza, cioè che esse possono 340 alla mente umana, vengono irretite anche diverse personalità di elevata cultura. Tale fallo, per il teologo, è la prova più con– vincente della insostituibile validità della religione. Però una psicologia priva di pre– giudizi non vede prove del genere; per una benissimo coesistere per un comune aiuto tale psicologia è necessario liberarsi anche dall'idea che la scienza in genere possa liberarci dal • senso religioso •; e non, be– ninteso, perchè essa, in certo qual modo, sia «complice» nell'operato della religione; ma per il fatto, anche storicamente accer– tato, che essa non è sorta con lo .scopo precipuo di abbattere la religione, bensì per una irresistibile tendenza umana a comprendere o ad inten,retarc più chiara– mente i fenomeni della natura. Solo per necessità di metodo, d'indagine razionale e di linguaggio, la scienza ha dato, e d'al– tronde per incidenza, qunlche scossone alla religione. Certo, e indubbiamente, ha con– tribuito molto a farci pensare più libe– ramente; ma nella stessa libertà che essa ha diffusa è implicito pure un particolare disinteresse per quello che lo scienziato 0 l'uomo in genere può pensare in fatto di religione. Nella lotta contro la religione, la scienza può e non può aiutare; poichè per vincerla del tutto sono necessari altri fattori non solo obiettivi, ma pure sog– gettivi.' Il sistema copernicano ha formato un 11uovo orientamc11to scientifico, ma non 1,sichico. Il fatto che Copernico, Bruno e Galileo abbiano dimostrato che le • sacre sc1·itturc • erano in errore, :,econdo il pen. siero positivista del secolo scorso doveva essere decisivo per la «fine• della religio– ne; invece una moderna psicologia ha di• mostrato che, anche il più limpido ragio– namento, quando ha per sola base un campo esterno alla soggeltività e al senti. mento degli individui, come sono appunto tutti i fenomeni naturali, non può sradi-

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