Volontà - anno XVII - n.3 - marzo 1964

ALLE DONNE Sono trascorsi due annJ dalla morte di Giovanna Bernerl, la cui figura di anarchica è nota ai lettori della rivista che ne hanno potuto apprezzare, per tanti anni, l'attività silenziosa e ri– gogliosa. Ci sembra più utile ricordarla attraverso un suo nilido e «sentito» scritto del lontano 1944, quando ancora fumanti erano le macerie delle città europee, quando vive erano le plaghe sulle carni, quando ancora le lagrime solcavano le gote di tutti e quando c'era speranza di resurrezione, ansia di purlftcazJonc, ane– lito di rinnovamento e di giustizia. Sono passati vent'anni da quando apparve lo scritto che ri- 1>roduciamo (che venne pubblicato sul n. 3 di « RIVOLUZIONE LIBERTARIA» con la firma di G. FEDELE) e d'allora molto è mutato quanto a speranze ed aspettative. Però la parola di fidu• eia che Giovanna Berncri riponeva nella forza dcll'intcllelto urna• no, quando esso non è ottenebrato dall'Ignoranza, zampilla più fresca e più ammo1ùtricc che mai in questi nostri tempi di so– pore e di supina attesa, di eqnilibrisml politici e di minacce la– tenti per la distruzione del genere umano. (N.d.r.) A1torno a noi non ci sono che miserie, distruzione e lutti. I nostri bambini sono malati, mal nutriti, addetti al furto od al mercato nero. Le nostre figlie si sono prostituite più che per vizio per necessità di sussistere. I nostri uomini sono senza lavoro e nemmeno sono sostenuti dalla speranza di trovarne ira poco. Se l'oggi è buio nessuna luce rischiara il domani. A questo ci hanno condolto gli uomini poichè sono essi che da secoli sono gli arbitri del loro e del nostro destino. Essi si sono arrogati il potere di go· vernarci, di essere alla testa della nostra società, di dichiarare guerre sempre più frequenti e feroci, di concludere p:1ci, di occuparsi dell'educazione dei nostri figli, di punire e correggere secondo i loro criteri. E dobbiamo concludere che non sono riusciti ad escludere dal mondo la guerra, questo mostro terri– bile per l'umanità, nè sono riuscili ad assicurare l'esistenza dei deboli cd a metlere il giusto al riparo dcll'arbilrio e della violenza. Sappiamo che gli uomini hanno fatto pure delle grandi cose. Ma che im– portano le macchine, le grandi costruzioni, le opere d'arte cd il resto se la stes~a scienza che crea distrugge, e se il genio si mette così spesso al servizio di questa furia clistruggitrice che tutto travolge, uomini e cose? Che valore 133

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