Volontà - anno XVI- n.12 - dicembre 1963

preoccupazione di giustificare il po– tere con una invenzione « religiosa » o « poetica », fanno sospettare da u– na parte che la convivenza servile ha sollecitato il processo della sua giu– stificazione culturale nella classe do– minante, dall'altra che la cultura ha ribadito l'asservimento dei dominati, formulando giustificazioni politiche e giuridiche di quell'asservimento, giu– stificazioni che sostituivano le altre a mano a mano che scadevano. e che abbondano nella storia dell'uomo. nel 5000 anni che ne costituiscono il suo corso. A grandi linee potremmo dire che dopo cc il peccato originale» dopo « l'e– tà dell'oro», si tenta una giustificaziO• ne più scientifica dell'asservimento (l'apologo di Menenio Agrippa può es– sere ricordato come un esempio della ridicolaggine In cui finivano queste giustificazioni), giungendo, in tempi recenti, a quella dotttrina di Hobbes. che può essere considerata il capola– voro della giustificazione politica del– lo stato assoluto. Ma è chiaro che la intera teorizzazione della convivenza servile come naturale o necessaria per l'uomo, sia su un piano religioso-poe– tico. sia su un piano più moderno. po– litico-giuridico. è falsa. Sono passati i millenni: ma se noi potessimo rappresentarci la vita dei gruppi umani primitivi, e lo i:ossiamo fare in parte osservando il comtor– tamento degli uomini che ancor oggi vivono nelle condizioni dell'uomo prei– storico, noi saremmo in grado di ri– fare le tappe della progressiva corru– zione di quelle litere convivenze. Ma questa corruzione che l'invenzione re– ligiosa ha presentato alla fantasia po– JX)lare come decadenza della natura umana, e l'invenzione poetica ha can– tato come l'età in cui gli uomini erano felici, non può velare ai nostri occhi la vera sostanza delle cose: per mil– lenni gli uomini sono vissuti eguali e liberi, solo vincolati al naturale am– biente e a quelle vicende che hanno, reso possibile una spaccatura all'in– terno dei gruppi (dominanti e domi– nati) e poi il predominio di alcuni gruppi su altri. Certamente la pasto– rizia e l'agricoltura hanno favorito– l'asservimento, nel momento in cui acquistò un suo preciso significato la proprietà individuale e il privilegio. E' doloroso dirlo, ma la schiavitù ha preceduto la scrittura e la scrittura a sua volta fu subito strumento di conferma e giustificazione della ser– vitù, nelle mani della classe domi– nante. Fortunatamente il libero con– sorzio rimase nel fondo della natura degli uomini e la costante della liter– tà. nel corso di 5000 anni, ha scrolla– to frequentemente le caste dei domi– nanti. appropriandosi talvolta di que– gli stessi strumenti di cultura che e– rano serviti ai padroni per asservire· gli schiavi. Esaminiamo a titolo di esempio i rapporti intercorrenti fra dominatori e dominati in una società sufficiente– mente storica, organizzata su base a– gricola, collocata nell'amtito di una civiltà occidentale, Sparta, nel secolo IX avanti Cristo. Le notizie valgono con molta approssimazione data la non eccessiva attendibilità delle fon– ti. Gli spartiati si definivano tutti ((omoioi ». uguali, sepfure fra essi ci fosse la distinzione fra nobili e non nobili. Si ritenevano uguali perché a– vevano diritto ad un eguale lotto di terreno, di eguale dimensione, inalie- 701

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